Schopenhauer e la filosofia indiana

Il rapporto di Schopenhauer con la filosofia indiana e l'inluenza di quest'ltima sui concetti base della sua filosofia (1 pagine formato doc)

Appunto di lelka
Schopenhauer è stato il primo filosofo occidentale a recuperare le filosofie orientali verso le quali nutriva grande ammirazione.                                                                                                                         Da queste civiltà tanto distanti dall'Occidente e dall’India in particolare Schopenhauer desume due concetti basilari nella sua filosofia: il velo di Maya e il Nirvana.
Il velo di Maya è il velo dell'illusione: il pensiero orientale ha sostenuto che la nostra visione del mondo è ottenebrata da una sorta di velo che ci presenta una rappresentazione ingannevole della realtà.
Ora, per Schopenhauer il mondo fenomenico altro non è se non un velo che deve a tutti i costi essere stracciato poichè impedisce di cogliere la realtà così come essa è effettivamente. Tale mondo fenomenico ha, kantianamente, le sue due forme sensibili a priori (spazio e tempo) e la sua forma a priori dell'intelletto(causalità);invece la vera realtà quale noumeno è volontà infinita edolore.                                                      
La concezione della vita come di un pendolo che oscilla tra dolore e noia trova molti richiami nel buddhismo dove si generalizza sostenendo che tutto è malessere,tutto è disagio,tutto è (dukkha) sofferenza: sia in atto, quando soffriamo, sia in potenza, quando la gioia o il piacere di cui godiamo si convertirà successivamente in pene e afflizioni.
La risposta al dolore per Schopenauer è la liberazione dalla stessa volontà di vivere(quella brama appassionata,quel desiderio frustato e inappagato)che avviene principalmente attraverso l’etica e l’ascesi (in misura minore anche attraverso l’arte).