Le scienze umane: cosa studiano

Appunti sulla crisi della famiglia, il Positivismo e la sociologia, Spencer, la psicologia moderna con l'analisi del pensiero di Sigmund Freud (7 pagine formato docx)

Appunto di scajax

LE SCIENZE UMANE: COSA STUDIANO

Le scienze umane. I - Le indagini sulla società, sulla politica, sulla cultura, sui rapporti individuo-collettività, sul significato delle ideologie, sulle strutture della psiche umana, sul rapporto istinto-ragione, sui valori morali, sulle forme della vita religiosa sono state, dall’epoca di Platone sino all’incirca alla seconda metà dell’800, patrimonio della filosofia.
Nell’epoca successiva a Hegel, che è pure l’età della crisi delle grandi costruzioni metafisiche, si affermano correnti d’idee, che si configurano gradualmente come nuove scienze, divenendo discipline indipendenti o relativamente autonome dalla filosofia, la loro madre comune.
Ne deriva che ognuna di queste discipline richiede una specifica preparazione, dando luogo ciascuna a una differente professione.

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SCIENZE UMANE COS'E'

Il quadro storico del sorgere delle scienze umane è la società dell’Europa occidentale nel corso del XIX secolo.
Lo sviluppo della grande industria, ovvero del sistema di fabbrica, è stato denominato “rivoluzione industriale”, perché ha determinato trasformazioni profonde, non solo nell’economia, ma pure nell’organizzazione della società e nel modo di vivere di milioni e milioni di persone.

Fra le conseguenze di questo fenomeno, cominciato in Gran Bretagna alla fine del ‘700, segnaliamo:
1 – La crisi della famiglia o almeno di un certo tipo di famiglia: la tradizionale famiglia patriarcale o anche nucleare allargata, nella quale l’individuo trovava la propria formazione umana e professionale, entro la quale svolgeva anche la sua attività produttiva, si sfalda, lasciando il posto a un genere di famiglia più ristretta e povera di funzioni.
2 – Il rapporto fra campagne e città si modifica a vantaggio di queste ultime: nascono le grandi concentrazioni industriali, cresce in misura imponente la classe operaia, che non tarda a far sentire la sua voce; al tradizionale rapporto ricco-povero si viene sostituendo quello borghese-proletario.

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QUALI SONO LE SCIENZE SOCIALI

Caratteristica di questa società è il suo incessante ritmo di sviluppo, per cui il progresso tecnico è per lo più pagato da un aumento di tensione sociale.

Diviene quindi necessario costruire strumenti di controllo e di previsione dei fenomeni sociali; tali strumenti dovranno essere precisi, neutrali e il più possibile indipendenti da convinzioni morali, politiche, religiose: dovranno essere insomma strumenti scientifici.

II - Come agli albori dell’età moderna astronomia e fisica si sono affermate come scienze, così nell’800 sorge la sociologia.
Non a caso è il fondatore del Positivismo, Auguste Comte (1798-1857), che conia il termine con cui tale scienza è ancor oggi designata.
Siamo nell’età che esalta, come non è mai avvenuto prima, le possibilità illimitate della scienza.

Comte denomina significativamente “fisica sociale” la nuova disciplina: suo compito è determinare le leggi che regolano tanto l’equilibrio di una società a un dato momento (statica sociale), quanto la sua necessaria trasformazione (dinamica sociale).

Noi prendiamo in esame solo quel filone iniziato da Sigmund Freud (1856-1939), ma contemporaneamente anche da un altro medico, egli pure ebreo austriaco, Alfred Adler: la psicoanalisi.
Freud giunge, sulla base delle sue esperienze di medico, a conclusioni alle quali erano pervenuti, per intuizione e riflessione, diversi pensatori.