Socrate - La Fonte dell'Errore, la Virtù e l'Anima
Appunti di Filosofia su Socrate (La Fonte dell'Errore, la Virtù e l'Anima) (0 pagine formato doc)
Da dove nasce l’errore? intellettualismo etico
Socrate è il primo filosofo che si occupa di etica, cioè delle scelte che riguardano il comportamento umano. In questo senso si chiede: “Perché l’uomo commette il male?”. Commette il male perché non sa come sia il bene; se conoscesse il bene, quest’ultimo avrebbe su di lui una tale forza di attrazione che non ci sarebbe l’errore. Questa concezione è stata messa in discussione dal Cristianesimo. S. Paolo scrisse, infatti, che a volte compiva il male anche senza volerlo proprio perché la volontà è una deviazione del comportamento umano, non sempre è indirizzata verso il bene.
Meglio subire un torto piuttosto che compierlo
Se, infatti, l’ingiustizia venisse ricambiata si prolungherebbe la catena dell’ingiustizia. Infatti, la volontà di chi si vendica sarebbe quella di ottenere giustizia. Per questo Socrate contesta la tradizione guerriera dell’Antica Grecia. Egli crede nell’autonomia morale e nella capacità di scegliere, guidati dalla ragione.
Cos’è l’anima? Daimon
Socrate dichiara di essere guidato nelle sue scelte da un buon demone che lo trattiene dal compiere il male, facendogli percepire le conseguenze di un’azione negativa. L’anima è la sede della ragione (la psychè) e ha un significato religioso simile ai Pitagorici, quindi è immortale, ma ha anche un significato etico perché è la sede della razionalità. Inoltre l’anima è il luogo della coscienza, della conoscenza e del pensiero, è la parte migliore dell’uomo. Socrate, quindi, comincia una tradizione in base alla quale l’anima ha sia un aspetto religioso sia mentale. Questo duplice valore dell’anima è espresso con il termine “psychè”. In greco “psychè” è l’anima immortale.
Socrate è il primo filosofo che si occupa di etica, cioè delle scelte che riguardano il comportamento umano. In questo senso si chiede: “Perché l’uomo commette il male?”. Commette il male perché non sa come sia il bene; se conoscesse il bene, quest’ultimo avrebbe su di lui una tale forza di attrazione che non ci sarebbe l’errore. Questa concezione è stata messa in discussione dal Cristianesimo. S. Paolo scrisse, infatti, che a volte compiva il male anche senza volerlo proprio perché la volontà è una deviazione del comportamento umano, non sempre è indirizzata verso il bene.
Meglio subire un torto piuttosto che compierlo
Se, infatti, l’ingiustizia venisse ricambiata si prolungherebbe la catena dell’ingiustizia. Infatti, la volontà di chi si vendica sarebbe quella di ottenere giustizia. Per questo Socrate contesta la tradizione guerriera dell’Antica Grecia. Egli crede nell’autonomia morale e nella capacità di scegliere, guidati dalla ragione.
Cos’è l’anima? Daimon
Socrate dichiara di essere guidato nelle sue scelte da un buon demone che lo trattiene dal compiere il male, facendogli percepire le conseguenze di un’azione negativa. L’anima è la sede della ragione (la psychè) e ha un significato religioso simile ai Pitagorici, quindi è immortale, ma ha anche un significato etico perché è la sede della razionalità. Inoltre l’anima è il luogo della coscienza, della conoscenza e del pensiero, è la parte migliore dell’uomo. Socrate, quindi, comincia una tradizione in base alla quale l’anima ha sia un aspetto religioso sia mentale. Questo duplice valore dell’anima è espresso con il termine “psychè”. In greco “psychè” è l’anima immortale.