La teoria marxista
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La teoria marxista La teoria marxista Il marxismo è un'analisi globale della società e della storia che vuole "tradurre in atto quell'incontro tra realtà e razionalità che Hegel aveva solo pensato e che Marx si propone invece di attuare con la prassi, mediante l'edificazione di una nuova società".
Marx pone alla base della storia il lavoro, che è ciò che distingue l'uomo dall'animale. La storia si configura, dunque, come un processo di produzione in cui bisogna individuare due elementi fondamentali: le forze produttive (gli uomini che producono, il modo in cui producono e i mezzi di cui si servono per produrre) e i rapporti di produzione (le relazioni che si instaurano fra gli individui durante la produzione). Questi due elementi costituiscono la struttura della società; la struttura rappresenta "la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura politica e giuridica e alla quale corrispondono determinate forme della coscienza sociale" (Marx). Lo sviluppo delle forze produttive è molto più rapido di quello dei rapporti di produzione e questo causa periodicamente dei contrasti fra i due elementi, che generano un'epoca di rivoluzione sociale. Le prime sono incarnate normalmente da una classe in ascesa, che finisce per prevalere sulla classe dominante in declino e imporre nuovi rapporti di produzione. La borghesia è arrivata al potere spodestando l'aristocrazia; ha però creato un sistema, quello capitalista, che si basa su forze produttive sociali (perché la produzione è il frutto del lavoro collettivo dei dipendenti nella fabbrica). Tali forze produttive contrastano con i rapporti di produzione privatistici e da questo contrasto avrà origine la rivoluzione comunista mondiale, ad opera del proletariato. La dittatura del proletariato, che nasce dalla rivoluzione comunista, ha una funzione transitoria: mira all'estinzione dello Stato e alla creazione di una società comunista. La mentalità antiutopistica di Marx lo spinge a non specificare in maniera dettagliata il volto concreto della nuova società, al cui riguardo il seguente passo, tratto dalla "Critica del programma di Gotha", è il documento più importante: "In una fase più elevata della società comunista, dopo che è scomparsa la subordinazione asservitrice degli individui alla divisione del lavoro, e quindi anche il contrasto fra lavoro intellettuale e fisico; dopo che il lavoro non è divenuto soltanto mezzo di vita; ma anche il primo bisogno della vita; dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui sono cresciute anche le forze produttive e tutte le sorgenti della ricchezza collettiva scorrono in tutta la loro pienezza, solo allora l'angusto orizzonte giuridico borghese può essere superato, e la società può scrivere sulle sue bandiere: Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni". Una parte consistente dell'opera di Marx è dedicata all'analisi della struttura economica della società capitalista. Tale analisi trova il momento più elevato di espressione ne' "Il Capit