Guglielmo di Ockham e Tommaso d'Aquino: rapporto tra fede e ragione
Appunti di filosofia medievale su Guglielmo di Ockham e su Tommaso d'Aquino, il rapporto tra fede e ragione e il problema degli universali (4 pagine formato doc)
OCKHAM E TOMMASO D'AQUINO
Tommaso d'Aquino (1224/25 – 1274)
Aquino vicino a Frosinone nel Lazio.
Nel XIII secolo, la scolastica era dominata dal dibattito della filosofia aristotelica.
Tommaso apparteneva all’ordine dei domenicani (insieme ai Francescani).
Fu il massimo pensatore della scolastica medievale. Si propone di assimilare nel quadro del Cristianesimo il pensiero di Aristotele considerato somma espressione della razionalità umana - aristotelismo cristiano.
San Tommaso d'Aquino: pensiero pedagogico
METAFISICA DI ARISTOTELE
La metafisica. Aristotele definì la metafisica (scienza dell’ente in quanto ente). Tommaso elabora una dottrina dell’ente (metafisica) in cui assumono un ruolo centrale le nozioni aristoteliche di ATTO e POTENZA.
Il significato dell’ente è la SOSTANZA: la sostanza è qualcosa che esiste in modo determinato. Ciò che determina la sostanza è la sua essenza (natura di una cosa; ciò che la fa essere quello che è). Non basta l’essenza a fare di una sostanza qualcosa di esistenza ciò che fa esistere una sostanza è l’ATTO DI ESSERE o ESISTENZA.
L’essenza esiste in qualche modo in potenza, ma affinché esista (si realizzi) è necessario questo ATTO d’ESSERE. L’atto d’essere non ha bisogno dell’essenza. Al contrario l’essenza esiste solo mediante l’atto d’essere. L’atto d’essere è l’atto puro di esistere, cioè atto prima d’essere, cioè Dio, si distingue da tutti gli altri enti in quanto ATTO PURO.
a) Dio o atto puro è atto d’essere o illimitato. Gli altri enti il loro atto d’essere è limitato dall’essenza. (ciò che li fa rendere proprio quell’essere)
b) Dottrina dell’analogia dell’ente. Sostiene la partecipazione proporzionale di tutti gli enti sull’atto puro d’essere (Dio).
San Tommaso d'Aquino: le cinque vie dell'esistenza di Dio
RAPPORTO FEDE RAGIONE TOMMASO
La teologia
3 questioni fondamentali:
1. Se Dio esiste
2. Che cosa Dio è
3. Come è possibile un discorso intorno a Dio.
1. l’esistenza di Dio non è immediatamente evidente alla ragione per due motivi:
a) Il nostro intelletto si arresta alla conoscenza degli enti sensibili (Dio non è visibile con i sensi). Dio non è oggetto di esperienza sensibile.
b) L’esistenza di Dio non è evidente neppure in base alla nozione che ne abbiamo a priori. Se non abbiamo nessuna conoscenza o evidenza immediata di Dio non possiamo dedurre l’esperienza.
Il teologo crede in Dio suppone la sua esistenza in virtù della fede, ma non ha alcuna prova razionale della sua esistenza.
Per Tommaso esistono due tipi di dimostrazione:
1) dimostrazione a priori passare dall’essenza di una cosa alle sue proprietà passaggio dalla causa agli effetti. Non è applicabile alla conoscenza di Dio perché non abbiamo alcuna conoscenza immediata di Dio.
2) Dimostrazione a posteriori parte dagli effetti (proprietà) per risalire alla loro causa (essenza di ciò che determina quegli effetti). Gli enti sensibili che costituiscono il mondo sono gli effetti, che possiamo sperimentare attraverso i nostri sensi. Se esistono degli effetti (cose sensibili), deve esistere la loro causa, altrimenti i loro effetti sarebbero privi di causa. Dimostrazione razionale dell’esistenza di Dio (anche senza il ricorso alla fede).
LA QUESTIONE DEGLI UNIVERSALI E GUGLIELMO DI OCKHAM - Il problema degli universali fu centrale per tutto il Medioevo. Esso si interrogava intorno alla natura dei generi e delle specie di cui si fa uso nella logica. I generi sono nozioni generiche e le specie sono le nozioni specifiche che noi usiamo quando ci riferiamo ad una realtà presa come soggetto in un giudizio. Es.: Socrate è un uomo.