Geografia della popolazione: riassunto
Riassunto sulla geografia della popolazione. Differenze fra geografia umana e geografia fisica. Struttura della popolazione, strumenti d'analisi. Evoluzione della popolazione dall'antichità ad oggi (26 pagine formato doc)
GEOGRAFIA DELLA POPOLAZIONE: RIASSUNTO
Geografia della Popolazione: appunti.
I primi geografi sono stati senza dubbio gli esploratori. Raccontavano ciò che vedevano e ciò che apprendevano dalle persone che incontravano e sulle carte riportavano soltanto ciò che avevano visto. Dunque la loro era una geografia puramente descrittiva. Con l’evoluzione della geografia, oggi si è soliti distinguere tra geografia fisica e geografia umana: quest’ultima si occupa delle interrelazioni tra uomo e territorio. La geografia oggi si occupa del mutamento dei luoghi che avviene per opera dell’uomo, quindi ecco il legame uomo-territorio di cui sopra. La geografia della popolazione si occupa di come l’uomo ha popolato la Terra e come l’ha cambiata. Un primo cenno va fatto al popolamento della Terra vero e proprio, partendo dall’antichità ed arrivando fino alla Rivoluzione Industriale. Nella storia del popolamento ci sono in pratica tre scalini:1) Neolitico (10-5 mila anni a.C.; si verifica in questo periodo la prima rivoluzione agricola, in cui l’uomo da nomade diventa sedentario grazie all’agricoltura);
2) Rivoluzione Industriale (si passa da una civiltà agricola al 100 % all’industria, alla produzione di massa, quindi maggiore ricchezza e aumento della popolazione)
3) Anni ’50 in poi: grande boom demografico.
La popolazione mondiale: riassunto di geografia
GEOGRAFIA DELLA POPOLAZIOINE: DEFINIZIONE
L’uomo in questi tre “scalini” ha sempre fatto un salto di qualità. Nei paesi industrializzati però oggi la popolazione non cresce più. Il corso si occuperà poi dei concetti di “ecumene” ed “anecumene” ovvero zone popolate e non. E ovviamente qui sorge spontanea la domanda: perché alcune zone sono state abitate e altre no? Ci sono fatti prevalentemente fisici che hanno influenzato questi casi (clima, modellamento Terra e rilievi, la natura dei terreni, disponibilità idrica, mari e fiumi). Inoltre bisogna valutare le caratteristiche delle popolazioni. Nell’antichità e fino a non molti secoli fa, la popolazione era per lo più rurale: quindi ne conseguivano insediamenti tipicamente rurali, con le dovute differenze da luogo a luogo: al Nord insediamenti sparsi e molto terreno coltivato, al Sud popolazione rurale riunita in borghi. Importante anche la popolazione urbana e come si sia arrivati ad essa dalla popolazione rurale che c’era in passato. Le popolazioni hanno saputo affrontare e superare col tempo le difficoltà fisiche, ma ad esse si sono affiancati quelle culturali (razza, etnia, lingua, religione). Si arriva infine alla situazione di oggi: quanti siamo, come siamo distribuiti, e si vede nettamente la distinzione fra paesi sviluppati e non con una forbice sempre più ampia. L’uomo in ogni caso si è sempre mosso, sia in maniera volontaria o spontanea che in maniera forzata o coatta e ha popolato la Terra. Negli anni ’70 il boom demografico dei paesi in via di sviluppo portò alla formazione di alcune teorie; alcune erano già state elaborate in passato (Malthus). Tali teorie affermavano che troppa popolazione non faceva bene ad una comunità, il cui numero di abitanti deve essere proporzionato alle risorse. I consumi però al giorno d’oggi non sono più proporzionati: gli Occidentali consumano in eccesso ed importano dai paesi in via di sviluppo.