Grecia classica e pòlis: cronologia, storia e caratteristiche

Storia e conologia della Grecia classica e pòlis, ovvero la nascita della cultura democratica, il concetto di comunità, le guerre persiane. Caratteristiche del mondo greco nel V secolo a.C.
Grecia classica e pòlis: cronologia, storia e caratteristiche
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1Pòlis, un nuovo concetto di comunità

Tempio di Efesto e Acropoli di Atene
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Troppo spesso dimentichiamo che pòlis è una parola difficilmente traducibile. Le definizioni più comuni, “città” o “città-Stato”, non restituiscono quel che essa rappresentava nel microcosmo greco. Anche nel Vicino Oriente o tra i micenei, i centri urbani potevano essere definiti “Stato-città”, ma nessuna organizzazione somigliava alle comunità delle pòleis greche in cui l’autogoverno era il concetto chiave.   

Un greco d’età classica non avrebbe mai detto “la città di Atene” per indicare il centro dell’Attica, bensì avrebbe utilizzato la definizione “la pòlis degli ateniesi”, rimarcando, anche sotto l’aspetto lessicale, che al centro del progetto c’era il cittadino che formava il senso d’appartenenza prestando le sue attività umane.   

Acropoli di Atene
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L’unione tra città e campagna, o meglio tra centro e periferia, era rappresentata dai cittadini che si autogovernavano, creando una comunione d’intenti sociale e politica, economica e culturale. Il potere collettivo rintracciava nell’assemblea – guidata da un boulè demosìe - e nei magistrati gli strumenti utili per la conservazione del modello autogovernativo.    

Naturalmente non possiamo che intendere il diritto di cittadinanza come una prerogativa di pochi (i cittadini erano divisi per censo), i quali potevano rivendicare tre diritti inalienabili:    

  • la vita politica;
  • la militanza nell’esercito;
  • essere proprietari terrieri.

In questa società, le scelte politiche venivano determinate attraverso un dibattito, discussioni scaturite da analisi razionali e ponderate riflessioni. Questo costituisce forse l'emblema più significativo del nuovo percorso intrapreso dalla civiltà occidentale, supportato dalla diffusione della scrittura. Questa non era più un'esclusiva dei soli specialisti per il bene del sovrano, ma finalmente si era trasformata in uno strumento condiviso di conoscenza.

2La costituzione di Clistene

La prima menzione di un consiglio popolare (boulè demosìe) è attestata in quel di Chio, florida isola dell’Egeo orientale, terra di viticoltura e commerci febbrili. Fu però ad Atene che la democrazia trovò un’organica struttura nella costituzione di Clistene (508/7). Politico ateniese della famiglia degli Alcmeonidi, degno erede di Solone, Clistene è uno dei padri fondatori del nuovo sistema di governo a cui s’ispirarono molte città di Grecia e Magna Grecia.     

Innanzitutto, Clistene rivoluzionò la società ateniese ripartendo i cittadini in dieci tribù invece che quattro, con l’intenzione di innescare un circuito virtuoso dalle inedite mescolanze. Suddivise poi il territorio per distretti anagrafici, in trenta sezioni, equamente ripartite tra città, costa ed entroterra: furono chiamate “trittyes” e Clistene ne attribuì tre – per zona - a ciascuna tribù.     

Il consiglio era composto da cinquecento elementi (cinquanta membri per ciascuna tribù), concittadini tra loro, per impedire che si chiamassero col nome dei padri. In tal modo, i cittadini erano connotati su base anagrafica, e non per origine famigliare. 

Partenone di Atene
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Fu una mossa politica lungimirante, che evitava lo scontro tra categorie sociali, visto che i canali attraverso cui si esprimeva la vita politica erano le tribù, composte da una massa eterogenea di mestieranti di tutte le regioni, dagli armatori della costa ai commercianti della città, passando per gli agricoltori dell’entroterra. Eguaglianza politica e criteri matematici venivano quindi a coincidere con un’inedita attenzione al bilanciamento dei poteri.  

Per la prima volta nella storia del mondo occidentale furono concepite organicamente le regole fondamentali sulle quali si fondava la vita di una comunità democratica, principi ai quali s’ispireranno molte società, fino a ai giorni nostri.  

3Guerre persiane: storia e cronologia

Dario I re di Persia
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Sembrerà un paradosso ma il periodo migliore della Grecia classica fu funestato dalle guerre. Dopo la morte di Cambise di Persia, il potere passò nelle mani di Dario I, che organizzò l’impero e le satrapie, estendendo i suoi domini in Tracia.    

Nel 499 le città ioniche si ribellarono ai persiani, incitate dal tiranno di Mileto Aristagora, che aveva rinunciato alla tirannide per l’isonomia, spingendo i miletesi ad una partecipazione attiva al conflitto per conquistare la libertà. La città ribelle sarebbe stata rasa al suolo dai persiani, pagando a caro prezzo la sfida lanciata all’impero.    

Iniziava così la prima guerra persiana (490), con un effetto domino generato da una rappresaglia persiana contro Atene ed Eretria per l’aiuto fornito agli ioni. I generali persiani sbarcarono a Maratona fronteggiando gli ateniesi che si schierarono per il combattimento con alla testa il polemarco Callimaco. La guerra raccontataci da Erodoto vide il trionfo del nuovo esercito ateniese, espressione della democrazia clistenica. Alla fine di quel conflitto Atene lanciò la sfida sui mari, progettando una supremazia navale

La politica preoccupò non poco il successore di Dario, Serse, che rispose allestendo un enorme corpo di spedizione messo in moto nel 480 (inizio della seconda guerra persiana).   

Tranne alcune defezioni (clamorosa quella dei beoti), la maggior parte dei greci, riuniti a Corinto, costituirono la Lega Ellenica, un solo corpo politico-militare, considerata dagli storici la prima espressione della grecità in tutta la sua lunga storia. A capo dell’esercito c’erano gli spartani, affiancati, per il comando della flotta, dagli ateniesi.   

Battaglia delle Termopili, dipinto di Jacques-Louis David (Parte della seconda guerra persiana)
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Alcuni momenti di quel conflitto permangono nell’immaginario comune della Grecia d’oggi: epica fu la resistenza e il sacrificio degli opliti spartani che cercarono di sbarrare il passo ai persiani alle Termopili. Mentre Atene veniva distrutta e saccheggiata dal nemico, la flotta greca usciva nelle acque di Salamina, fotografata dalle parole del poeta tragico Eschilo

Era la riscossa: la flotta persiana fu completamente distrutta, mentre Serse assisteva sgomento all’impresa ideata da Temistocle. Nel 479, a Platea, l’esercito greco, comandato dal re spartano Pausania, vinse la battaglia decisiva, costringendo a una disastrosa ritirata i Persiani. La flotta greca liberò le città ioniche e sconfisse nuovamente il nemico a Micale, dando così inizio alla pantecontetìa, parola greca che designa il cinquantennio che separa le guerre persiane dall’inizio della guerra del Peloponneso (431).  

4Cultura democratica nella Grecia classica

Pericle: marmo romano custodito al Vaticano nel Museo Pio Clementino
Fonte: ansa

Nel corso del V secolo Atene divenne un punto di riferimento per il mondo greco: molte città si diedero nuove istituzioni di carattere democratico. Nella seconda metà del V secolo Atene cercò addirittura di esportare quel modello, con risultati alterni tra gli alleati che contrastarono molto spesso quel che ritenevano un’imposizione calata dall’alto.  

Ad Atene, questa nuova politica d’ingerenza negli affari dei vicini aprì la strada all’ascesa politica di Cimone, che nel 469 sconfisse un corpo di spedizione persiano in Asia Minore meridionale, ma cadde successivamente in disgrazia (461), proprio perché aveva inviato un contingente in aiuto degli spartani, impegnati a sedare una ribellione di iloti (464-455).  

L’atteggiamento di Atene nei confronti degli alleati della Lega cominciò a cambiare. Il totale dei tributi degli alleati era stato fissato a 460 talenti, ma col passare del tempo aumentarono e insieme ad essi crebbe l’odio contro Atene

L’inversione di rotta avvenne dalla metà del secolo, quando si affermò ad Atene la personalità di Pericle, politico che avrebbe retto la pòlis per molti anni. È questa la fase in cui Atene divenne la capitale della cultura greca.       

Sull’Acropoli i migliori artisti, diretti da Fidia, completarono la costruzione del Partenone, tempio di Atena. Il teatro ateniese dava lustro all’arte drammatica, per merito degli autori tragici Eschilo e Sofocle, ed anche l’arte della commedia si avviava a successi grazie ad Aristofane. Il Pireo si sviluppò come una vera città, esempio del razionalismo dominante nelle arti e nella politica, le cui guide erano i sofisti, che accorrevano ad Atene da tutta la Grecia.       

I sofisti decostruirono le credenze morali e religiose tradizionali: la ragione umana, non più le leggi morali della religione, era indicata come ispiratrice dell’uomo. L’attacco ai valori tradizionali, facilitò alcuni sofisti (Gorgia su tutti) nel proporre gare di retorica a fini politici, qualsiasi essi fossero, aprendo di fatto la strada all’amoralità in politica.      

Il periodo non poteva però durare in eterno, il blocco ateniese e quello spartano erano destinati allo scontro, in troppi erano desiderosi di sottrarsi all’influenza attica. Era infondo una guerra tra modelli asimmetrici: la pòlis oligarchica (governo di pochi) degli spartani contro la pòlis democratica degli ateniesi

5La guerra del Peloponneso (431-404)

Tucidide attribuisce la ragione profonda della guerra del Peloponneso (431-404) alla paura degli spartani di fronte all’espansione dell’impero ateniese. Ma coloro che spinsero la Lega Peloponnesiaca alla guerra contro Atene furono i Corinzi, perché colpiti nei loro rapporti con le colonie. Le principali cause furono quindi di natura politica: l’intervento di Atene in appoggio a Corcira nella battaglia contro la flotta corinzia (433) e l’imposizione ateniese a Potidea di non accettare più i magistrati inviati dalla madrepatria Corinto. 

La guerra fu aperta dalla Lega a guida spartana con invasioni ripetute dell’Attica (431-421). La svolta nella guerra si ebbe nel 424, quando gli ateniesi, catturarono un grosso reparto di Spartani a Sfacteria, un’sola di fronte a Pilo. Dal 421 415 fu un’altalena di vittorie e sconfitte per le forze in campo, sino alla prova di forza di Atene che prese l’isola di Melo (415), che andava predicando neutralità. 

Una mappa della penisola del Peloponneso
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Tuttavia, l’oro persiano consentì alla Lega Peloponnesiaca di dotarsi di una flotta in grado di sfidare gli ateniesi. Nel 412 una rivolta di città alleate lungo le coste orientali dell’Egeo, appoggiate strategicamente dagli spartani, aprì fratture nel sistema di potere ateniese. Anche la democrazia vacillava, visto che nel 411 c’era stato un tentativo d’instaurare un’oligarchia. 

Nel 406, a largo delle isole Arginuse, Atene uscì vincitrice in una battaglia, nonostante l’inferiorità numerica, ma i peloponnesiaci, guidati da Lisandro, si presero rivincita immediata e definitiva (nel 405 sui Dardanelli). La defezione di gran parte degli alleati di Atene, affiancata da un logorante blocco navale del Pireo, costrinse la città alla resa, nel 404

Atene dovette rinunciare a tutto il suo impero e accettare un regime oligarchico, passato alla storia come quello dei “trenta tiranni”, mentre a Sparta affluivano oro e argento persiani, che contribuirono però a corrompere i costumi. Il principio stesso d’uguaglianza per legge fu lentamente rimosso. Su quelle ricchezze Sparta avrebbe fatto leva per costruire un conseguente progetto egemonico, tuttavia, quel che sembrava l’alba della grandezza, era invece l’inizio del tramonto.    

In ogni caso, il messaggio di alcuni tra gli sconfitti avrebbe segnato per sempre la storia dell’umanità ‹‹Noi abbiamo una forma di governo che non guarda con invidia le costituzioni dei popoli vicini, e non solo non imitiamo gli altri, ma anzi siamo noi stessi di esempio a qualcuno. Quanto al nome, essa è chiamata democrazia, perché è amministrata non per il bene di pochi, ma per il vantaggio di molti›› (Tucidide, La guerra del Peloponneso, II, 37, 1).    

Durante la Guerra del Peloponneso si formarono due fronti:

  • uno era quello nominato la lega di Delo, nella quale Atene era il membro egemone;
  • l’altro era la lega del Peloponneso, comandata da Sparta;

    La fazione che faceva capo ad Atene nacque nella città santa di Delo. Lo scopo ufficiale di questa nuova alleanza era quello di liberare le città greche ancora sotto il controllo persiano ma in fondo l’obiettivo principale era quello di creare un fronte dell'imperialismo ateniese in tutto il Mar Egeo. L’altra fazione era invece una coalizione concorrente di città-stato greche guidata da Sparta. Questa Lega era uno strumento della politica spartana, finalizzato alla sicurezza della città e alla sua egemonia sul Peloponneso. Inoltre non c'era uguaglianza tra tutti i suoi membri e la maggior parte di questi non era costituita da città del Peloponneso, bensì da centri esterni alla penisola, legati a Sparta da somiglianza di regime o da rapporti coloniali.

6Grecia classica e pòlis: cronologia

  • 508: Riforme di Clistene ad Atene
  • 490: Scoppia la prima guerra persiana
  • 10 settembre 490: Battaglia di Maratona
  • 480: Inizio della seconda guerra persiana
  • 461-429: Età d’oro di Atene, fioritura delle arti e della cultura
  • 431-404: Guerra del Peloponneso

6.1Perché i Greci si chiamavano Elleni?

Il termine Elleni che si riferisce ai Greci antichi ha origine dalla parola greca Eλληνες (Hellenes). L’etimologia di questa parola è legata a una serie di leggende mitologiche, infatti, il termine Hellenes è associato al personaggio mitico Elleno, fondatore e padre dei capostipiti delle tribù greche. L’uso del termine Elleni per riferirsi agli antichi greci riflette la loro identità collettiva, culturale e linguistica, sottolineando l'unità tra le diverse città-stato e regioni della Grecia antica. 

6.2Guarda il video sugli eroi delle Termopili