Archiloco
Appunti di Archiloco, il giambografo più famoso e il primo grande lirico greco, tratte da Russo-Nicolai e Albin Lesky (3 pagine formato doc)
Il
poeta che dalla tradizione del culto di Demetra creò una forma di
arte elevata, senza però privare il giambo del suo carattere di arma
tagliente, è Archiloco di Paro.
Possiamo ricavare notizie biografiche da alcune sue poesie, le quali rivelano (come nel fr.22D.) di poter dar per certo che l'eclissi di sole di cui egli stesso parla è quella del 6 Aprile 648 a.C., la prima data certa della letteratura greca. Archiloco appartiene al periodo della grande colonizzazione che metteva in discussione la posizione e i concetti sociali dell'aristocrazia.
Altre notizie si ricavano da due iscrizioni votive rinvenute nell'Archilocheion, il santuario in onore del poeta fatto costruire a Paro nel III sec.a.C: la prima, detta Mnesièpes dal nome del dedicante è del III sec.a.C; la seconda, dedicata da un certo Sòstene, è del I sec.a.C. Per stabilire la cronologia del poetavi sono due importanti testimonianze: nel fr.19W. Archiloco parla di Gige, re di Lidia, il cui regno si colloca tra il 680 e il 650 a.C.; nel I sec.a.C. Erodoto conferma che Archiloco fu contemporaneo di Gige.
Le difficoltà che Archiloco ha incontrato lungo la sua vita e delle quali ne ha fatto uno strumento di lotta in versi (e non solo) sono legate alla sua nascita. Il padre si chiamava Telèsicle, lo stesso nome del famoso colonizzatore di Taso, la madre si chiamava Enipò, una schiava tracia. Il nome Enipò deriva da "enipè"<<del biasimo>>: Archiloco avrebbe, probabilmente, parlato di se definendosi figlio del biasimo.
La sua vita fu quella di un soldato mercenario, come vediamo da molti suoi frammenti di carattere guerresco, e si svolse fra Paro, isola natale e appartenente alle Cicladi, e Taso, conquistandosi la fama di uomo ribelle e spregiudicato. Secondo la tradizione, Archiloco fu ucciso a Nasso da un tale Calonda: la sua vita non dev'essere stata lunga se la morte lo colse in servizio di guerra. E' probabile che Archiloco sia morto nel tentativo di difendere la patria.
v La consacrazione poetica
L'iscrizione di Mnesièpes narra che Archiloco ricevette il dono poetico dalle Muse che lo derisero mentre vendeva, per ordine del padre, un bue. Quest'ultime lasciarono al posto dell'animale, la lira. Tale leggenda deriva chiaramente dall'investitura poetica di Esiodo narrata nella Teogonia, ma elementi come la derisione delle Muse, il bue e la lira rivelano l'intenzione di variare la scena esiodea.
v La poetica archilochea
Elementi fondamentali della poetica archilochea sono: l'autobiografismo (in quanto parla ampiamente di se e della visione drammatica della vita), la vita militare, il tema conviviale e l'amore.
Possiamo ricavare notizie biografiche da alcune sue poesie, le quali rivelano (come nel fr.22D.) di poter dar per certo che l'eclissi di sole di cui egli stesso parla è quella del 6 Aprile 648 a.C., la prima data certa della letteratura greca. Archiloco appartiene al periodo della grande colonizzazione che metteva in discussione la posizione e i concetti sociali dell'aristocrazia.
Altre notizie si ricavano da due iscrizioni votive rinvenute nell'Archilocheion, il santuario in onore del poeta fatto costruire a Paro nel III sec.a.C: la prima, detta Mnesièpes dal nome del dedicante è del III sec.a.C; la seconda, dedicata da un certo Sòstene, è del I sec.a.C. Per stabilire la cronologia del poetavi sono due importanti testimonianze: nel fr.19W. Archiloco parla di Gige, re di Lidia, il cui regno si colloca tra il 680 e il 650 a.C.; nel I sec.a.C. Erodoto conferma che Archiloco fu contemporaneo di Gige.
Le difficoltà che Archiloco ha incontrato lungo la sua vita e delle quali ne ha fatto uno strumento di lotta in versi (e non solo) sono legate alla sua nascita. Il padre si chiamava Telèsicle, lo stesso nome del famoso colonizzatore di Taso, la madre si chiamava Enipò, una schiava tracia. Il nome Enipò deriva da "enipè"<<del biasimo>>: Archiloco avrebbe, probabilmente, parlato di se definendosi figlio del biasimo.
La sua vita fu quella di un soldato mercenario, come vediamo da molti suoi frammenti di carattere guerresco, e si svolse fra Paro, isola natale e appartenente alle Cicladi, e Taso, conquistandosi la fama di uomo ribelle e spregiudicato. Secondo la tradizione, Archiloco fu ucciso a Nasso da un tale Calonda: la sua vita non dev'essere stata lunga se la morte lo colse in servizio di guerra. E' probabile che Archiloco sia morto nel tentativo di difendere la patria.
v La consacrazione poetica
L'iscrizione di Mnesièpes narra che Archiloco ricevette il dono poetico dalle Muse che lo derisero mentre vendeva, per ordine del padre, un bue. Quest'ultime lasciarono al posto dell'animale, la lira. Tale leggenda deriva chiaramente dall'investitura poetica di Esiodo narrata nella Teogonia, ma elementi come la derisione delle Muse, il bue e la lira rivelano l'intenzione di variare la scena esiodea.
v La poetica archilochea
Elementi fondamentali della poetica archilochea sono: l'autobiografismo (in quanto parla ampiamente di se e della visione drammatica della vita), la vita militare, il tema conviviale e l'amore.