Euripide

La vita, le tragedie, la poetica, il senso del tragico in Euripide (4 pagine formato doc)

Appunto di ellenika90
E’ il terzo rappresentante della trilogia tragica classica.
E’ un poeta differente dai suoi predecessori. Con lui la tragedia assume nuove caratteristiche e viene definita “moderna”. Rappresenta un teatro di rottura con la tradizione precedente, e rompe con una serie di categorie concettuali. Introduce nuovi argomenti di riflessione, o che piuttosto si collocano su un piano diverso dai precedenti interrogativi universali. Con Euripide protagonista della tragedia è l’uomo: se Eschilo è poeta della Divkh, e Sofocle dell’umana grandezza, ora Euripide è il poeta dell’umana debolezza, perché l’uomo al centro delle sue tragedie è diverso dagli eroi precedenti, più uomo e vicino alla dimensione umana, meno eroe. Si hanno una visione antropocentrica e un approccio umanistico, l’uomo viene scandagliato in tutte le pieghe più intime del suo animo, è caratteristica l’analisi psicologica e introspettiva, che non lascia spazio ad altre questioni sulla vita umana.
Euripide si concentra sull’uomo inteso nella sua dimensione più semplice.

Visse dal 483 al 406 a.C. Nel 438 a.C. andò in scena l’Alcesti, la sua prima tragedia, poco prima dell’inizio della guerra del Peloponneso. La crisi ateniese è fondamentale nella vita di Euripide e ne influenza la produzione tragica. Le guerre persiane avevano fatto nascere una diffusa fiducia di poter vivere felici condividendo la cosa pubblica, ma dopo un periodo di splendore politico, civile (i valori) e religioso i conflitti sottointesi sfociano nell’insanabile contrasto della guerra fratricida tra Sparta e Atene, da cui il mondo greco esce distrutto ed esposto alle dominazioni straniere (macedone e poi romana).