Euripide - Ciclope (prima parte)
Traduzione dal greco del Ciclope di Euripide. (file.doc, 8 pag.) (0 pagine formato doc)
Untitled Ciclope 1a parte SILENO O Bromio, per causa tua quante traversie sto passando e quante ne ho passate all'epoca in cui ero giovane e forte.
La prima volta, quando tu reso pazzo da Era, te ne partisti, abbandonando le tue nutrici, le Ninfe dei boschi. Poi quando nelle lotte contro i Giganti mi collocai al tuo fianco, alla tua destra, come compagno d'armi, e uccisi Encelado, trapassandogli lo scudo con la lancia. Però, non starò mica raccontando un sogno? No, per Zeus, mostrai a Bacco le spoglie del nemico! E ora mi sobbarco a una fatica ancora peggiore. Era ti scatenò contro i pirati tirrenici, una brutta razza, perché ti vendessero in lontane contrade. Appena saputa la cosa, mi misi in mare, con i miei figli, per rintracciarti: dall'alto della poppa governavo la barra del timone e i miei figli, seduti ai banchi, inargentavano il glauco mare con rumorosa voga, cercando te, signore. Eravamo all'altezza del promontorio Malea quando un vento di levante investe la nave e ci butta su questa rupe rocciosa dell'Etna, dove i figli del dio del mare, i Ciclopi, abitano in caverne solitarie: hanno un occhio solo e sono degli assassini. Uno di loro ci cattura e viviamo da schiavi in casa sua: lo chiamano, il nostro padrone, Polifemo. Sono finiti i tripudi dei baccanali: adesso ci occupiamo delle greggi dell'empio Ciclope. I miei figli, che sono più giovani, portano al pascolo le pecore giovani: il mio compito invece è di restare qui, di riempire gli abbeveratoi, di spazzare le stanze, di servire immondi pasti al sacrilego Ciclope.E ora, questi sono gli ordini, devo scopare la casa con questa ramazza di ferro, per ricevere il mio signore, il Ciclope. Ma ecco, vedo arrivare i ragazzi che riconducono all'ovile le pecore. Ma che roba è questa? Uno strepito di sicìnnidi? Credete davvero di essere ai tempi in cui, di scorta a Bacco nelle baldorie, venivate sotto la casa di Altea, danzando voluttuosamente al suono della lira? COROstr.Figlio di padri gagliardie di nobili madri,perché ti perdi su quelle rupi?Qui sei al riparo dal vento, l'erba è verde,le vorticose acque del fiumenegli abbeveratoi riposano,vicino agli antri.Non senti i belati degli agnelli? mes.Vieni qui, sì o no? Non vuoi pascolare qui,sul clivo bagnato di rugiada?Ohéi, bada, ora ti tiro un sasso.Ma quando rientrerai, cornuto,nell'ovile del Ciclope,il selvatico pastore? ant.E tu, invece, offri le turgide poppe,accogli ai capezzoli gli agnelliche abbandoni nei chiusi.Invocano te i belati dei piccoliche non distinguono giorno da notte.Non vuoi lasciare i verdi pratie entrare nello stazzo,nel cuore delle rupi etnee? ep.Qui non ci sono Bromio, i suoi cori,le Baccanti che portano il tirso,qui non ci sono fragori di timpaniaccanto alle fonti ricche d'acqua,né stilla il vino ambrato.Né io intono con le Ninfe, come a Nisa,il canto dell'evoè, dell'evoèin onore di Afrodite,quando volavo in caccia delle deecon le Baccanti dai candidi piedi.O caro, caro Bacco, dove vaghi solitario,scuotendo la bionda chi