Le fonti della storia greca
Appunto inviato da elypse
Annotazioni sulle fonti archeologiche della storia greca, con riferimenti agli studi di Erodoto di Alicarnasso e Tucidide di Atene (6 pagine formato doc)
Le prime fonti
archeologiche importanti, sono determinate dai grandi lavori classici
degli autori greci, successivamente con la comparsa di Schliemman ha
inizio la vera archeologia, perché si arriva a concepire lo scavo
come un elemento indispensabile per la conoscenza delle civiltà
scomparse.
S. aveva intuito che la ricerca archeologica era mirata a creare un archivio globale su una data società e quindi doveva raccogliere il maggior numero d'informazioni sugli oggetti che trovava negli scavi. Grazie ai primi archivi ragionati sull'epoca micenea che fino ad allora erano sconosciuti S. ha dato un volto nuovo alla storia dei primi tempi della Grecia e gettò le basi per quella del bacino del Mediterraneo. Oltre a S. ricordiamo anche l'archeologo inglese Sir. Arthur Evans che potremmo definire l'inventore di Cnosso, il luogo più prestigioso dell'isola di Creta.
Evans, ha posto Creta nell'età del Bronzo, ed ha avuto la fortuna di mettere le mani sulle tavoletta inscritte che hanno provato alla comunità scientifica l'alto livello culturale raggiunto da quella civiltà così antica. Alla fine del XIX secolo l'archeologia della Grecia classica era ormai avviata nei paesi occidentali, impiantarono missioni permanenti che si spartirono i grandi siti archeologici, come Delfi, Olimpia ed Epidauro. Si scavavano soprattutto i grandi santuari dove la raccolta di statue, oggetti d'arte ed elementi architettonici e iscrizioni era abbondante.
Questa è l'epoca del trionfo dei grandi musei e delle eroiche spedizioni a dorso di mulo attraverso la Grecia e la Turchia alla scoperta di luoghi sconosciuti, mentre la conoscenza della vita materiale della città faceva progressi enormi. Tuttavia storici ed archeologi nonostante la presenza di una notevole massa di nuove informazioni non si sono avvicinati quanto ci si sarebbe aspettato, in quanto i primi rimproveravano ai secondi l'ignoranza di tutto ciò che non è archeologia, il tecnicismo e la pignoleria dei loro lavori, mentre i secondi biasimano la leggerezza degli storici, la loro tendenza a vivere sui testi, disdegnando gli aspetti materiali della società.
E grazie a S. se il sito di Hissarlik in Anatolia,
identificato con Troia, le fortezze monumentali di Micene e di
Tirinto nel Peoloponneso, divennero i luoghi per eccellenza della
memoria della Grecia, "prima dei greci". S. aveva intuito che la ricerca archeologica era mirata a creare un archivio globale su una data società e quindi doveva raccogliere il maggior numero d'informazioni sugli oggetti che trovava negli scavi. Grazie ai primi archivi ragionati sull'epoca micenea che fino ad allora erano sconosciuti S. ha dato un volto nuovo alla storia dei primi tempi della Grecia e gettò le basi per quella del bacino del Mediterraneo. Oltre a S. ricordiamo anche l'archeologo inglese Sir. Arthur Evans che potremmo definire l'inventore di Cnosso, il luogo più prestigioso dell'isola di Creta.
Evans, ha posto Creta nell'età del Bronzo, ed ha avuto la fortuna di mettere le mani sulle tavoletta inscritte che hanno provato alla comunità scientifica l'alto livello culturale raggiunto da quella civiltà così antica. Alla fine del XIX secolo l'archeologia della Grecia classica era ormai avviata nei paesi occidentali, impiantarono missioni permanenti che si spartirono i grandi siti archeologici, come Delfi, Olimpia ed Epidauro. Si scavavano soprattutto i grandi santuari dove la raccolta di statue, oggetti d'arte ed elementi architettonici e iscrizioni era abbondante.
Questa è l'epoca del trionfo dei grandi musei e delle eroiche spedizioni a dorso di mulo attraverso la Grecia e la Turchia alla scoperta di luoghi sconosciuti, mentre la conoscenza della vita materiale della città faceva progressi enormi. Tuttavia storici ed archeologi nonostante la presenza di una notevole massa di nuove informazioni non si sono avvicinati quanto ci si sarebbe aspettato, in quanto i primi rimproveravano ai secondi l'ignoranza di tutto ciò che non è archeologia, il tecnicismo e la pignoleria dei loro lavori, mentre i secondi biasimano la leggerezza degli storici, la loro tendenza a vivere sui testi, disdegnando gli aspetti materiali della società.
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