Luciano e la seconda sofistica
Introduzione alla seconda sofistica e analisi del principale esponente, Luciano: vita e opere, con particolare approfondimento di "Una storia vera" e "Lucio o L'asino", interpretazioni e confronto con Apuleio (4 pagine formato doc)
Il
termine non è nostro, ma è quello che si sono dati
loro: infatti c'è un certo Filostrato che scrive "Le
vite dei sofisti"(parlando
di questi sofisti qui) e li definisce così; a lui dobbiamo
anche la definizione di sofistica, ovvero retorica
filosofeggiante: non
è filosofia! Con
questo termine riconosce che l'aspetto primario di questo periodo è
quello del parlare; infatti lo stesso Filostrato
dice che tra la prima e la seconda sofistica ci sono gli oratori
attici per accentuare l'elemento retorico.
Gli autori di questo periodo sono persone che viaggiano: quasi tutte passano da Roma e si esibiscono, facendo orazioni il cui argomento veniva scelto dal pubblico: tutto questo per far vedere la loro abilità nel trattare qualunque argomento e nel saper elogiare anche elementi negativi (è così che abbiamo elogi della calvizie, del fumo, della polvere, addirittura della pulce). La retorica viene dunque vuotata del suo significato portante: se si riprende la questione natura-ars, ormai ciò che importa è solo più la ars.
I filosofi della seconda
sofistica si riallacciano alla prima, ma attraverso un passaggio non
diretto. I 10 ORATORI ATTICI accentuano l'elemento retorico. Questo
sistema si riallaccia alla decadenza della retorica e dell'oratoria:
avendo perso il suo campo privilegiato (quello politico) diventa
retorica d'apparato:
spettacolo. si rinchiude nelle scuole e le esibizioni che prima erano
solamente di propaganda, ora diventano esibizioni vere e proprie fine
a se stesse.Gli autori di questo periodo sono persone che viaggiano: quasi tutte passano da Roma e si esibiscono, facendo orazioni il cui argomento veniva scelto dal pubblico: tutto questo per far vedere la loro abilità nel trattare qualunque argomento e nel saper elogiare anche elementi negativi (è così che abbiamo elogi della calvizie, del fumo, della polvere, addirittura della pulce). La retorica viene dunque vuotata del suo significato portante: se si riprende la questione natura-ars, ormai ciò che importa è solo più la ars.