L'omosessualità nell'antica Grecia

Una breve ma accurata ricerca sui caratteri dell'omosessualità nell'antica Grecia.La pederastia.Socrate e Alcibiade.Saffo.( 6 pag - Formato Word ) (0 pagine formato doc)

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L'omosessualità nell'antica Grecia L'omosessualità nell'antica Grecia Diffusione dell'omosessualità maschile e amori omosessuali nel mito.
Il discorso sull'omosessualità greca, un tempo trascurata dai classicisti, è stato oggetto negli ultimi anni di indagini sempre più approfondite. Cercheremo ora di verificare l'effettiva diffusione dell'omosessualità e, in secondo luogo, le caratteristiche dei rapporti fra persone dello stesso sesso. Abbiamo a disposizione una gran quantità di testimonianze che fanno riferimento in modo inequivocabile ed esplicito a rapporti, relazioni, affetti omosessuali. L'omosessualità (che sarebbe più giusto chiamare pederastia), secondo la tesi alessandrina, è una pratica importata in Grecia dai Dori nell'XI secolo, ignota alla cultura acheo-micenea, socialmente svalutata e giuridicamente riprovata.
E' difficile in ogni caso accettare questa tesi in quanto è palesemente infondata l'affermazione che l'omosessualità fosse socialmente riprovata o vietata dalla legge. Alcuni documenti fanno risalire la pratica omosessuale a un'epoca antichissima. In primo luogo, i numerosi amori omosessuali mitici: da quello di Poseidone per Pelope a quello di Zeus per Ganimede; da quello di Laio per Crisippo, il figlio di Pelope, a quello d'Apollo per Giacinto; da quello sempre d'Apollo per Ciparrisso a quello d'Apollo per Admeto, e via dicendo. In secondo luogo, una serie d'indizi fa pensare alla possibilità d'amori omosessuali "omerici". Anche se non contengono alcun riferimento esplicito a questi amori, i poemi raccontano d'amicizie fra uomini affettivamente così intense da lasciare quantomeno il dubbio che si trattasse di rapporti di tipo amoroso: come vale a dimostrare, in particolare, lo strettissimo e discusso rapporto tra Achille e Patroclo, considerato del resto amoroso sia da Eschilo sia da Platone (Simposio, 180 A). La pederastia. Veniamo ora a due ben note e altrettanto discusse testimonianze sugli antichi costumi cretesi e su quelli spartani. Riportando Eforo, Strabone racconta che a creta gli uomini adulti detti "amanti" (erastai) usavano rapire gli adolescenti da loro amati (eromenoi) per condurli con sé fuori città, per due mesi, dove intrattenevano con loro dei rapporti minutamente regolati dalla legge. A Sparta, inoltre, secondo il racconto di Plutarco, i ragazzi a 12 anni erano affidati a degli amanti, scelti tra i migliori in età adulta, e da questi amanti apprendevano ad essere dei veri spartiati (Vita di Licurgo, 17, I). Per comprendere queste usanze, dobbiamo ora aprire una parentesi sulle cosiddette società tradizionali, vale a dire società organizzate grazie alla divisione della popolazione in classi d'età. In questo tipo si società, il passaggio di un individuo da una classe all'altra è accompagnato da una serie di riti. Si tratta dei cosiddetti riti di passaggio, la cui struttura, al di là delle numerose varianti locali, è la seguente: per essere accolto nella classe d'età superiore, l'iniziato deve passare un pe