Ode del sublime (o della gelosia) di Saffo: commento e analisi

Commento e analisi di una delle odi più celebri di Saffo, Ode del sublime (o della gelosia) (5 pagine formato doc)

Appunto di ele1983

ODE DEL SUBLIME DI SAFFO

Quei parmi in cielo fra gli Dei, se accanto                                         A me pare simile agli dei
Ti siede e vede il tuo bel riso, e sente                                              chi a te vicino così dolce
I dolci detti e l'amoroso canto!                                                        Suona ascolta mentre tu parli
A me repente,                                                                                e ridi amorosamente.

Subito a me

Con più tumulto il core urta nel petto:                                              il cuore si agita in patto
More la voce, mentre ch'io ti miro,                                                   sol che appena ti veda, la voce
Sulla mia lingua: nelle fauci stretto                                                  si perde sulla lingua inerte.
Geme il sospiro.                                                                             Un fuoco sottile affiora rapido alle spalle,

Serpe la fiamma entro il mio sangue, ed ardo:                                  e ho buio negli occhi e il rombo
Un indistinto tintinnio m'ingombra                                                   del sangue nelle orecchie
Gli orecchi, e sogno: mi s'innalza al guardo                                      E tutta in sudore etremante
Torbida l'ombra.                                                                             Come erba patita scoloro:

E tutta molle d'un sudor di gelo,                                                      e morte non pare lontana
E smorta in viso come erba che langue,                                           a me rapita di mente
Tremo e fremo di brividi, ed anelo
Tacita, esangue.

(U.

Foscolo)                                                                                    (S. Quasimodo)

ODE DELLA GELOSIA, SAFFO

Prima di ogni nostra considerazione sull'ode più celebre di Saffo, è giusto proporre il commento dataci dall'anonimo autore del trattato Del Sublime, al quale va anche il merito di averci trasmesso quanto ci resta dell'Ode.

Dal Sublime cap. X, 1-3:

"Ora consideriamo se abbiamo qualche altro mezzo per rendere alto lo stile. Poiché dunque a tutte le cose s'accompagnano per nature alcune caratteristiche inerenti alla loro sostanza, per forza porterebbe per noi essere un'altra fonte del sublime il trascescegliere tra questi elementi i più opportuni e il      comporli,per così dire in un corpo solo: eklegeiv aei ta kaipiwtata kai tauta th pros allhla episunqesei kaqaper ev ti swma dunasqa.

Infatti così si attrae l'ascoltatore da una parte con una scelta delle idee, dall'altra con l'unione dei molti elementi scelti delle espressioni elette.

Così Saffo deriva sempre la descrizione dei patimenti che s'accompagnano al delirio d'amore dell'osservazione della manifestazione che ad esso s'accompagnano e da quello che esso è in realtà. In che cosa dunque dimostra il suo valore? Nello scegliere e nel collegare insieme con singolare bravura quello che essi hanno di più alto e di eccezionalmente teso".

Segue a questo punto la citazione dell'ode; quindi il commento prosegue:

"Non stupisce che essa osservi ad un tempo l'anima, il corpo, le orecchie, la lingua, gli occhi, il colore, come se fossero cose in tutto al lei estranee e di per sé stanti e contraddittoriamente ad un tempo agghiacci ed ardi, vaneggi e ragioni (ha infatti paura e poco manca che muoia), così che sembra che ella non provi un sentimento, ma un groviglio (cuvo6oo) dì passioni? Tutte queste impressioni provano gli innamorati, ma come ho detto, il coglierne i punti essenziali () e il fonderli insieme ha prodotto l'eccellenza".

Si tratta della descrizione di una scena a tre, nella quale un uomo non meglio identificato siede davanti alla donna amata da Saffo e l’ascolta mentre parla e ride dolcemente; questa visione sconvolge la poetessa, fino a generare in lei manifestazioni, quali la mancanza di voce (afasia), o il diffondersi di una febbre e di un tremore, al limite del patologico.

Frammento 31 di Saffo: traduzione

SAFFO FRAMMENTO 31: ANALISI GRAMMATICALE

La struttura del frammento 31. Dal punto di vista strutturale, è interessante notare come il primo periodo dell'ode, costituito dalla prima strofa e dai primi due versi della seconda, sintetizzi il motivo dominante: la felicità dell’innamorato che contempla il "desiato riso" (espressione dal Canto V dell’Inferno di Dante) della sua donna, e lo sconvolgimento di Saffo di fronte a questo spettacolo: complessa sintatticamente la prima parte del periodo, irrevocabilmente breve la seconda parte, che segue alla prima innestandosi addirittura a meta del verso, per rendere ancora più violenta l'opposizione.