La storia dei calcolatori

Appunti sulla storia dei calcolatori e sulla loro evoluzione nel tempo (3 pagine formato doc)

Appunto di odissea2001

STORIA DEI CALCOLATORI

La Storia dei calcolatori - L'uomo ha sempre avuto la necessità di eseguire dei conti in modo esatto e rapido: inizialmente per prevedere fenomeni celesti, poi per determinare le rotte marittime, quindi per eseguire le complesse operazioni legate ai traffici commerciali.

Si pensa che la prima macchina da calcolo inventata dall'uomo sia stata l'abaco, il comune pallottoliere ancora oggi impiegato in alcune parti del mondo. L'idea di base era quella di espandere al di là del numero 10 le possibilità di calcolo offerte dalle dita.

Il telaio Jacquard: funzionamento

CHI HA INVENTATO IL PERSONAL COMPUTER

Si dovettero però attendere i primi anni del 1600 per arrivare alla prima vera macchina calcolatrice meccanica, ideata dal matematico e pensatore francese Blaise Pascal, e che per questo è detta pascalina. Benché fosse in grado di eseguire solo somme e sottrazioni, è stata a tutti gli effetti il primo esempio di calcolatore: data una informazione in entrata, mediante complicate rotazioni di ingranaggi e ruote numerate si otteneva un risultato in uscita.

Certo, anche se siamo ancora lontani dal concetto di calcolatore che abbiamo oggi, era la prima risposta fornita dall'uomo al bisogno di calcoli automatici. Mancava ancora il concetto di sequenza di comandi, e quindi di controllo.

Storia del computer: riassunto

BREVE STORIA DEL COMPUTER

Nel XIX secolo l'inventore francese Joseph Marie Jacquard, per creare un telaio automatico, usò delle sottili schede di legno perforate allo scopo di controllare la tessitura di complessi motivi. Nell'anno 1880 lo statistico americano Herman Hollerith ebbe la geniale idea di usare schede perforate, simili a quelle del telaio Jacquard, per analizzare dei dati. Sviluppando un sistema che passava le schede perforate sopra dei contatti elettrici, riuscì a stendere precise informazioni statistiche per il censimento statunitense del 1890.
Sempre nel XIX secolo, il matematico, logico e inventore inglese Charles Babbage compì uno straordinario passo avanti e gettò le basi del moderno computer. Egli concepì una serie di macchine per portare a termine complicati problemi matematici. Una di queste macchine, detta Difference Engine. Tuttavia la sua più famosa macchina, concepita assieme alla matematica inglese Augusta Ada Byron (detta Lady Lovelace), è senza dubbio la Analytical Engine, ossia la Macchina Analitica, che aveva già le caratteristiche essenziali di un moderno computer: un'unità di input, sotto forma di un banco per schede perforate, un'unità di memorizzazione (chiamata magazzino), un'unità di calcolo/elaborazione (detta mulino) e un stampante per ottenere copie permanenti dei dati. Tutte le macchine progettate da Babbage e Lady Lovelace erano estremamente ingegnose, ma la tecnologia del tempo impedì ai due di portare a realizzazione pratica i loro progetti.

Ricerca sulla storia del computer

EVOLUZIONE DEL COMPUTER

Tuttavia essi sono considerati a buon ragione i fondatori del moderno computer digitale.
Computer analogici come quelli di Babbage e Lovelace, ossia funzionanti mediante il movimento di parti meccaniche come leve, ingranaggi, ruote, ecc.. furono costruiti all'inizio del nostro secolo. Durante entrambe le guerre mondiali, sistemi di calcolo meccanici e, in seguito, elettrici, furono usati sui sottomarini per prevedere la rotta dei siluri e sugli aerei per controllare le bombe. Un altro sistema fu inventato per prevedere le piene del fiume Mississippi.
L’avvento delle macchine digitali
La comparsa dei computer digitali - ossia funzionanti grazie a componenti elettronici e non meccanici - fu permessa solo da due invenzioni che dettero inizio all'era elettronica. Nel 1904 il fisico inglese J.A. Fleming inventò il diodo, seguito a breve distanza da L. de Forest, che nel 1906 inventò il triodo, detto anche valvola termoionica.
Esso è essenzialmente un tubo a vuoto nel quale sono presenti tre filamenti metallici diversi: inserito in un circuito elettrico, ha la proprietà di riuscire a controllare un flusso elettrico mediante l'applicazione di un altro flusso elettrico. L'idea che sta dietro a ciò è davvero alla base di tutti i circuiti elettronici, di ieri come di oggi. Il triodo, dopo la sua scoperta, è stato utilizzato per le più svariate applicazioni, come rivelatore e amplificatore. E permise la costruzione dei primi computer digitali: non erano più necessarie ruote ed ingranaggi; si poteva controllare un intero sistema di calcolo semplicemente con la corrente elettrica. L'unico problema di questi componenti elettronici era che consumavano un sacco di corrente e avevano la tendenza a bruciarsi dopo poche ore di utilizzo....