La casa dei doganieri
Parafrasi, analisi, commento e contestualizzazione de La casa dei doganieri (3 pagine formato doc)
“La casa dei doganieri” è una lirica, appartente alla raccolta “Le occasioni” di Eugenio Montale, che il poeta scrive in ricordo della donna amata.
1)Nella prima strofa, l’autore si rivolge direttamente alla ragazza, annotando che ella non ricorda più la casa dei doganieri che si trova sul rialzo a strapiombo sulla scogliera e che l’aspetta ancora desolata da quella sera quando ella vi entrò irrequieta e vivace. Questa strofa può avere anche un altro significato, però: la casa desolata potrebbe significare lo stato d’animo del poeta che ormai attende, senza speranza, il ritorno della ragazza e la ricorda irrequieta e vivace (metaforicamente, i pensieri della ragazza sono paragonati ad uno sciame di insetti sempre in movimento).
Nella seconda strofa, il poeta afferma che il libeccio, vento di sud-ovest, soffia con violenza sulle mura della casa ormai abbandonata già da molti anni, ed oggi la ragazza non è più lieta come allora: la sua triste presenza esiste probabilmente solo nel ricordo del poeta.
Seguono quindi due metafore: la bussola è rotta e non può più indicare con precisione la direzione; il calcolo dei punti segnati sulle facce dei dadi non dà più il risultato giusto.
L’impossibilità di affidarsi al mare e di leggere il futuro dei dadi stanno ad indicare lo smarrimento, l’incapacità dell’uomo di dare un senso ed una direzione precisa all’esistenza.
1)Nella prima strofa, l’autore si rivolge direttamente alla ragazza, annotando che ella non ricorda più la casa dei doganieri che si trova sul rialzo a strapiombo sulla scogliera e che l’aspetta ancora desolata da quella sera quando ella vi entrò irrequieta e vivace. Questa strofa può avere anche un altro significato, però: la casa desolata potrebbe significare lo stato d’animo del poeta che ormai attende, senza speranza, il ritorno della ragazza e la ricorda irrequieta e vivace (metaforicamente, i pensieri della ragazza sono paragonati ad uno sciame di insetti sempre in movimento).
Nella seconda strofa, il poeta afferma che il libeccio, vento di sud-ovest, soffia con violenza sulle mura della casa ormai abbandonata già da molti anni, ed oggi la ragazza non è più lieta come allora: la sua triste presenza esiste probabilmente solo nel ricordo del poeta.
Seguono quindi due metafore: la bussola è rotta e non può più indicare con precisione la direzione; il calcolo dei punti segnati sulle facce dei dadi non dà più il risultato giusto.
L’impossibilità di affidarsi al mare e di leggere il futuro dei dadi stanno ad indicare lo smarrimento, l’incapacità dell’uomo di dare un senso ed una direzione precisa all’esistenza.