Chi sono? di Aldo Palazzeschi: analisi e commento

Spiegazione, analisi e commento del componimento "Chi sono?" di Aldo Palazzeschi (1 pagine formato doc)

Appunto di logans

CHI SONO? ALDO PALAZZESCHI: ANALISI E COMMENTO

Chi sono? Aldo Palazzeschi, nato nel 1885 e morto nel 1974, scrittore più ironico e rivoluzionario del primo 900, delinea, con toni scherzosi, il proprio autoritratto.

Rifiutando la definizione di poeta, pittore, musico e dichiarando di voler essere solo un saltimbanco dei sentimenti, uno che gioca con le parole, scherza su tutto, perché sa che ormai gli uomini non domandano più niente ai poeti. Ha visto succedersi le più significative esperienze culturali del 900 e le ha interpretate in modo personale senza legarsi stabilmente a alcuna di esse.
Sostiene che bisogna abituarsi a ridere di tutto quello di cui abitualmente si piange per sconfiggere il dolore. Che si annida in ciò che è statico rigido e passato.

La fontana malata di Aldo Palazzeschi: analisi e commento

CHI SONO? ALDO PALAZZESCHI: COMMENTO

L’opera più significativa è il romanzo le sorelle materasso. La lirica è caratterizzata dal fenomeno delle avanguardie cioè si intendono gruppi di intellettuali, pittori, musicisti che si pongono polemicamente e provocatoriamente in contrasto con la tradizione attuale adottando linguaggi nuovi per stupire e scandalizzare il pubblico. L’avanguardia che ebbe maggiore influenza sulla cultura italiana fu il futurismo. È un autoritratto ironico e divertente del poeta. Per tutta la prima parte del componimento l’autoritratto è costruito in negativo Palazzeschi dichiara di non essere né un pittore, né un musico, né un poeta ci sono 3 parole chiave: la follia, intesa come disposizione al gioco, la malinconia, la nostalgia che delineano una nuova immagine di poeta.
Negli ultimi sei versi da una più precisa definizione questa volta in positivo della nuova identità del poeta usa due immagini buffe, la lente per guardare meglio la realtà esterna e il saltimbanco che capovolge la serietà dell’arte in riso. La poesia ha una simmetria rigida come se volesse trasferire ai versi la ripetitività degli ingranaggi di una macchina.