Giovanni Boccaccio
La vita,il Decamerone, alcune novelle (9 pagine formato doc)
GIOVANNI BOCCACCIO GIOVANNI BOCCACCIO LA VITA Nato tra il giugno e il luglio 1313 da una relazione extraconiugale probabilmente a Firenze o a Certaldo.
Lui stesso costruì sulla sua nascita e sulla sua giovinezza storie inventate. Comunque Giovanni venne presto sottratto alla madre e legittimato dal padre. il padre voleva che seguisse le sue impronte e così gli fece fare l'apprendistato presso la banca dei Bardi, a Napoli presso la corte angioina, ove rimase fino al 1340-1341. ma subito fu rapito dall'eleganza della corte angioina, dove partecipò alla vita cortese e le donne ebbero un ruolo predominante. La sua cultura fu influenzata dalla letteratura romanzesca francese molto presente a Napoli, come anche dalla mitologia e da tutte le materie classiche. Decise di non fare il mercante e usufruì della florida situazione economica del padre e si dedicò alla scrittura di testi sia in latino che in volgare per la vita cortese. Mitizzò la sua vita e dichiarò un amore per una certa Fiammetta, che diceva fosse addirittura una figlia illegittima di Roberto d'Angiò, Maria d'Aquino. Dovette tornare a Firenze, e per lui Napoli rimase la città della sua felice giovinezza. A Firenze il clima era confuso e c'era la crisi economica, infatti il banco dei Bardi falli nel 1345. non era ancora economicamente autonomo, continua a scrivere tenendo Dante per la cultura stilnovistica e fiorentina, ricordandosi però della cultura cortese di Napoli. Intanto approfondiva la sua cultura latina. Avrebbe voluto tornare a Napoli, ma non poté mai coronare il suo sogno. Rimase a Firenze, andando via ogni tanto, dove si ritrovò anche nell'anno della peste nera (1348) per via della quale morirono i suoi genitori e lui ereditò tutto. Subito dopo la peste scrisse il Decameron e gli vennero riconosciuti dei meriti da parte del comune di Firenze. Nel decennio tra il 1350 e il 1360 viaggiò molto e ricoprì incarichi datigli dal comune di Firenze, viaggiò in Tirolo, Foròì, Ravenna, Avignone e Lombardia. Diventò, in quegli anni, il maggior rappresentate culturale di Firenze. La sua passione per i classici la si deve al Petrarca, che definì suo maestro, e al quale dedicò un'epistola e una breve biografia. Boccaccio conobbe il Petrarca nel 1350, mentre quest'ultimo si recava a Roma per il Giubileo. Da quel giorno diventarono molto amici e si frequentarono fino alla morte. Nonostante Petrarca avesse rifiutato molte delle proposte fatte dalla città di Firenze, Boccaccio rimase in contatto con lui. Nel marzo 1359 Boccaccio andò da Petrarca presso Milano dove consultò la sua biblioteca e discusse con lui di dotte argomentazioni. Fece inoltre assumere il calabrese Leonzio Pilato come insegnante di greco. Ebbe cinque fogli illegittimi di cui una, Violante, morì e questo fu per lui un grande dolore. Ma come Petrarca divenne anche lui chierico, e noi lo sappiamo grazie alla bolla di papa Innocenzo VI. Nel 1360 fu sventata una congiura, e molti personaggi vicini al Boccaccio furono condannati. Ques