Appunti su Lettera a Francesco Vettori di Machiavelli
appunti su uno scritto di Machiavelli (1 pagine formato doc)
Appunti su Lettera a Francesco Vettori di Machiavelli - La lettera fa parte di un epistolario che non era stato creato per la pubblicazione.
La lettera è stata scritta nel periodo d’esilio ad Albergaccio ed è indirizzata a Francesco Vettori, ambasciatore di Firenze della corte papale. La lettera inizia con i convenevoli e poi Machiavelli parla della sua condizione introducendo la fortuna (concetto laico già presente antecedentemente con Bocciaccio). Per lui la fortuna è l’occasione storica favorevole che l’uomo(e quindi il principe) deve saper cogliere e sfruttare. Egli dice che non bisogna attaccarla subito ma aspettare il tempo giusto per agire.
Nella seconda parte della lettera Machiavelli parla di una sua giornata tipo in esilio:la mattina controlla la sua attività, in giro,poi fugge nel bosco dove legge e guarda i boscaioli;poi va all’osteria che è lìunico posto per incontrare qualcuno e la sera,a casa, si dedica allo studio dei classici. Il racconto della mattina mostra impegni mediocri per un intellettuale. Utilizza in questo periodo dells giornata espressioni dialettali fiorentine come “mi in gaglioffo” ( cioè divento un in gaglioffo,un uomo qualunque) .Quando si reca all’osteria mangia,beve e gioca a carte: Machiavelli dice che “trae il cervello di muffa”(per giocare bisogna comunque avere la mente allenata);così facendo Machiavelli lascia trascorrere la fortuna. La sera a casa “si spoglia e veste i panni curiali” come per dare onore all’attività che andrà a svolgere. Da ciò si denota il classicismo di Machiavelli: egli studia i classici per capire il presente.
Questo racchiude una serie di lettere mai state mandate. E’ presente un tono immediato e quindi si può conoscere l’autore senza filtri letterari. La lettera è stata scritta nel periodo d’esilio ad Albergaccio ed è indirizzata a Francesco Vettori, ambasciatore di Firenze della corte papale. La lettera inizia con i convenevoli e poi Machiavelli parla della sua condizione introducendo la fortuna (concetto laico già presente antecedentemente con Bocciaccio). Per lui la fortuna è l’occasione storica favorevole che l’uomo(e quindi il principe) deve saper cogliere e sfruttare. Egli dice che non bisogna attaccarla subito ma aspettare il tempo giusto per agire.
Nella seconda parte della lettera Machiavelli parla di una sua giornata tipo in esilio:la mattina controlla la sua attività, in giro,poi fugge nel bosco dove legge e guarda i boscaioli;poi va all’osteria che è lìunico posto per incontrare qualcuno e la sera,a casa, si dedica allo studio dei classici. Il racconto della mattina mostra impegni mediocri per un intellettuale. Utilizza in questo periodo dells giornata espressioni dialettali fiorentine come “mi in gaglioffo” ( cioè divento un in gaglioffo,un uomo qualunque) .Quando si reca all’osteria mangia,beve e gioca a carte: Machiavelli dice che “trae il cervello di muffa”(per giocare bisogna comunque avere la mente allenata);così facendo Machiavelli lascia trascorrere la fortuna. La sera a casa “si spoglia e veste i panni curiali” come per dare onore all’attività che andrà a svolgere. Da ciò si denota il classicismo di Machiavelli: egli studia i classici per capire il presente.