All’origine della questione femminile: le donne dal salotto alla politica, un tentativo fallito.

Saggio breve sulla questione femminile nel '700. I diritti politici del cittadino, voluti dall’Illuminismo, non vengono legalmente riconosciuti alle donne. Nei salotti le donne leggono i giornali, prendono parte a dibattiti, scrivono pamphlet e diffondono le loro opinioni (5 pagine formato doc)

Appunto di sissimiocane
Nel ‘700 in tutta Europa, anche se in modi diversi, si diffonde una nuova corrente di pensiero: l’Illuminismo.
Kant definisce l’Illuminismo come l’uscita dell’uomo da uno stato di minorità che egli deve imputare a se stesso.

Le parole chiave dell’Illuminismo sono libertà e uguaglianza, si vuole ottenere libertà di parola, di stampa e uguaglianza tra i cittadini; molto probabilmente gli intellettuali illuministi intendevano la parola cittadino allo stesso modo di Diderot: sostantivo maschile concesso anche alle donne e ai bambini soltanto in qualità di membri della famiglia di un cittadino propriamente detto, ma questi non sono dei veri cittadini.

I diritti politici
del cittadino, voluti dall’Illuminismo, non vengono legalmente riconosciuti alle donne, quindi il nuovo ordine politico che si è creato sembra essere riservato esclusivamente agli uomini.
Le donne sono escluse dai centri politici di potere però questo non impedisce loro di partecipare alla vita pubblica del loro paese, così iniziano a riunirsi nei salotti.

Questi salotti non sono soltanto ritrovi frivoli e mondani ma luoghi di cultura e circoli politici dove le donne leggono i giornali, prendono parte a dibattiti, scrivono pamphlet e diffondono le loro opinioni; perfino le donne del popolo, non colte e ricche, prendono parte a questa rivoluzione guidando in prima fila le sommosse e le proteste in piazza e scrivendo insieme agli uomini le loro rivendicazioni sugli Cahiers de Doléances.