Giacomo Leopardi: idee e opere
appunti su idee e opere di Leopardi (5 pagine formato doc)
Giacomo Leopardi: idee e opere - Giacomo Leopardi Giacomo Leopardi Giacomo Leopardi nasce a Recanati il 29 Giugno del 1798.
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La prima fase del pensiero leopardiano è costruita su una contrapposizione tra natura e ragione, tra antichi e moderni. Gli antichi, secondo LEOPARDI, erano nutriti costantemente da illusioni, vista l'influenza continua della natura, per questo, erano più sereni, perché accecati dalla natura stessa, che dava false speranze, portandoli persino a compiere gesti eroici. Con il progresso della società e della ragione, le cose sono cambiate, si sono spente le illusioni, e, gli uomini moderni hanno perso la capacità di compiere imprese eroiche, e si sono generate, viltà, meschinità, egoismo, e corruzione.
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Ora, agli uomini è attribuita la colpa dell'infelicità, poiché questi, si allontanano sempre più dalla vita che la natura gli aveva riservato. Leopardi, riguardo al periodo storico in cui vive, ha un'idea dispregiativa, poiché vede un predominio inoperoso e fiacco, soprattutto per quanto riguarda l'Italia, visto il suo gran passato storico. Da qui parte il tema patriottico leopardiano, derivato da un atteggiamento titanico, il poeta, infatti, essendo l'unico a valorizzare gli antichi, vuole sfidare, in un certo senso il destino maligno che ha portato l'Italia, ad una degradazione, definendo questo periodo con la frase “codarda età”. Questa frase rileva l'influenza del pessimismo storico, in altre parole, quando la condizione negativa del presente è vista come una conseguenza data dal processo storico. L'idea della natura previdenziale e del male che questa portava, fu modificata, perché LEOPARDI voleva ricordare che la natura a come fine la conservazione della specie, quindi modifica la sua concezione, attribuendo la colpa di questo male al destino. Queste idee sono evidenti nel “Dialogo con la Natura e di un islandese” del maggio 1824. LEOPARDI concepisce la natura non più come madre amorosa e provvidente, ma come meccanismo cieco, indifferente al destino delle sue creature, quindi una sorta di natura crudele.
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Al centro del pensiero di Leopardi, si pone subito un concetto pessimistico, in altre parole, l'infelicità dell'uomo. La causa prima di quest'infelicità, egli, la individua in alcune pagine scritte nel 1820 sullo Zibaldone. Resta fedele ad un indirizzo di pensiero settecentesco e sensistico, e identifica la felicità con il piacere, sensibile e materiale. LEOPARDI crede che l'uomo non desideri un piacere semplice, ma il piacere in sé, un piacere infinito; egli crede però, che nessun piacere possa colmare il desiderio dell'uomo, quindi, nasce il senso d'insoddisfazione perpetua, che porta un vuoto incolmabile nell'anima dell'uomo. LEOPARDI inizia a credere che tutte le cose siano inutili e senza senso, egli crede che l'uomo è infelice per la sua stessa costituzione, ma la natura, ha voluto offrire un rimedio all'uomo, attraverso, l'immaginazione e le illusioni, che velano gli occhi dell'uomo, nascondendo le sue vere condizioni. LEGGI ANCHE La poetica di Leopardi
La prima fase del pensiero leopardiano è costruita su una contrapposizione tra natura e ragione, tra antichi e moderni. Gli antichi, secondo LEOPARDI, erano nutriti costantemente da illusioni, vista l'influenza continua della natura, per questo, erano più sereni, perché accecati dalla natura stessa, che dava false speranze, portandoli persino a compiere gesti eroici. Con il progresso della società e della ragione, le cose sono cambiate, si sono spente le illusioni, e, gli uomini moderni hanno perso la capacità di compiere imprese eroiche, e si sono generate, viltà, meschinità, egoismo, e corruzione.
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Ora, agli uomini è attribuita la colpa dell'infelicità, poiché questi, si allontanano sempre più dalla vita che la natura gli aveva riservato. Leopardi, riguardo al periodo storico in cui vive, ha un'idea dispregiativa, poiché vede un predominio inoperoso e fiacco, soprattutto per quanto riguarda l'Italia, visto il suo gran passato storico. Da qui parte il tema patriottico leopardiano, derivato da un atteggiamento titanico, il poeta, infatti, essendo l'unico a valorizzare gli antichi, vuole sfidare, in un certo senso il destino maligno che ha portato l'Italia, ad una degradazione, definendo questo periodo con la frase “codarda età”. Questa frase rileva l'influenza del pessimismo storico, in altre parole, quando la condizione negativa del presente è vista come una conseguenza data dal processo storico. L'idea della natura previdenziale e del male che questa portava, fu modificata, perché LEOPARDI voleva ricordare che la natura a come fine la conservazione della specie, quindi modifica la sua concezione, attribuendo la colpa di questo male al destino. Queste idee sono evidenti nel “Dialogo con la Natura e di un islandese” del maggio 1824. LEOPARDI concepisce la natura non più come madre amorosa e provvidente, ma come meccanismo cieco, indifferente al destino delle sue creature, quindi una sorta di natura crudele.
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