L'Innominato
Presentazione e analisi della figura dell'Innominato nel capitolo XXIII dei Promessi Sposi del Manzoni (1 pagine formato doc)
In
questo capitolo si può finalmente osservare la completa conversione
dell'Innominato: grazie all'intervento del cardinale Faderigo
Borromeo e, in parte a quello di Lucia, l'Innominato cambia il suo
modo di vedere il mondo, di affrontare le situazioni e, soprattutto,
la sua religiosità.
Dopo il primo incontro fra i due personaggi centrali del capitolo, comincia un lungo ed affascinante dialogo, nel quale, con parole dolci e chiare, il cardinale riesce a far pentire l'Innominato. Lui, che si sentiva così solo e spaventato dai suoi stessi peccati, si converte: è molto bello lo scambio di battute che porta l'Innominato a capire quanto il tanto cercato Dio sia così vicino a lui.
"Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov'è questo Dio?" [...] "Voi me lo domandate? Voi? E chi più di voi l'ha vicino? Non ve lo sentite in cuore, che v'opprime, che v'agita, che non vi lascia stare, e nello stesso tempo vi attira, vi fa presentire una speranza di quiete, di consolazione, d'una consolazione che sarà piena, immensa subito che voi lo riconosciate, lo confessiate, l'imploriate?"
Questo personaggio, così ben caratterizzato in tutto e per tutto da Manzoni, inoltre, resta affascinato dalla sicurezza che mostra il cardinale; un altro qualsiasi esponente ecclesiastico non avrebbe avuto la stessa influenza su di lui: il cardinale si pone nel modo giusto, pur conoscendone il nome e la forza, non lo teme, sa calibrare i termini e sa come far ragionare il miscredente.
Lì dove Lucia aveva fallito, Federigo Borromeo riesce: conclude la conversione dell'Innominato. Come Lucia aveva commosso e smosso l'anima del malvagio, così il cardinale lo trasforma in un credente convinto.
Dopo il primo incontro fra i due personaggi centrali del capitolo, comincia un lungo ed affascinante dialogo, nel quale, con parole dolci e chiare, il cardinale riesce a far pentire l'Innominato. Lui, che si sentiva così solo e spaventato dai suoi stessi peccati, si converte: è molto bello lo scambio di battute che porta l'Innominato a capire quanto il tanto cercato Dio sia così vicino a lui.
"Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov'è questo Dio?" [...] "Voi me lo domandate? Voi? E chi più di voi l'ha vicino? Non ve lo sentite in cuore, che v'opprime, che v'agita, che non vi lascia stare, e nello stesso tempo vi attira, vi fa presentire una speranza di quiete, di consolazione, d'una consolazione che sarà piena, immensa subito che voi lo riconosciate, lo confessiate, l'imploriate?"
Questo personaggio, così ben caratterizzato in tutto e per tutto da Manzoni, inoltre, resta affascinato dalla sicurezza che mostra il cardinale; un altro qualsiasi esponente ecclesiastico non avrebbe avuto la stessa influenza su di lui: il cardinale si pone nel modo giusto, pur conoscendone il nome e la forza, non lo teme, sa calibrare i termini e sa come far ragionare il miscredente.
Lì dove Lucia aveva fallito, Federigo Borromeo riesce: conclude la conversione dell'Innominato. Come Lucia aveva commosso e smosso l'anima del malvagio, così il cardinale lo trasforma in un credente convinto.