Brezza marina di Mallarmé: spiegazione e analisi

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Analisi e spiegazione della lirica "Brezza marina" di Stéphane Mallarmé (2 pagine formato doc)

BREZZA MARINA MALLARME: SPIEGAZIONE E ANALISI

Analisi Brezza Marina. Questa è la prima lirica che Mallarmé pubblica nel 1866 nell’antologia poetica Parnaso contemporaneo; appartiene, dunque, alla sua prima stagione, ma è anticipatrice di temi e modalità espressive che saranno al centro della sua poesia.

Si nota l’influenza di Baudelaire negli argomenti trattati, a cominciare dal vagheggiamento del viaggio alla ricerca di evasione, di fuga dallo spleen che il poeta sente come una condanna. Con Brezza marina Mallarmé ricerca una “poesia pura”: come avevano già sperimentato Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, anch’egli si sforza di instaurare una trama di allusioni misteriose in grado di evocare quella perduta Bellezza che ogni uomo insegue.
La poesia intende svelare l’intimo segreto che ogni cosa nasconde, l’Assoluto. n Il desiderio di evasione Il componimento presenta suggestioni legate all’immagine del viaggio e del mare che rinviano alla ricerca dell’Assoluto. Dopo avere sperimentato tutto, il poeta è colto da un profondo senso di stanchezza: non lo interessano più né le passioni carnali («carne») né quelle intellettuali («libri»), è preda di un’insoddisfazione che lo scoraggia.

Mallarmé: poesie

BREZZA MARINA: SIGNIFICATO

A tutto questo, con un sussulto di vitalità, egli oppone il suo forte desiderio di viaggiare verso terre lontane e sconfinate, poste tra cielo e mare, dove la libera creatività possa finalmente esprimersi. Né gli affetti familiari né i rischi dell’avventura lo frenano. Questo contenuto viene espresso da Mallarmé in un discorso poetico che rinnega i normali nessi logici per ricorrere all’uso di simboli e astrazioni. In questa sua invocazione il diretto interlocutore è il suo cuore (v. 5 e v. 16): è a lui che si rivolge, perché possa imparare a volare tra il mare e i cieli («l’ignota schiuma e i cieli») da quegli «uccelli ebbri» che assaporano ogni giorno il gusto della libertà e perché si abbandoni al «canto dei marinai», simbolo di speranza per ogni uomo che aspiri a dare una svolta alla monotonia della vita.

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SPIEGAZIONE BREZZA MARINA

La lirica comincia con una visione negativa. Il primo verso sintetizza in due immagini la condizione decadente:
• da un lato, c'è una sensualità svuotata di significato (La carne è triste, che è anche una citazione da Petrarca);
• dall'altro, una cultura che non è più in grado di fornire nuove conoscenze (ho letto tutti i libri), di soddisfare cioè la propria stessa natura di ricerca intellettuale.
Per reazione a questa atmosfera stagnante, scatta al secondo verso la rivolta. Si esprime nel motivo della figa, del viaggi in terre esotiche: un tema molto caro ai poeti romantici e decadenti, come Baudelaire. Il viaggio diviene segno di estraneità asociale, e soprattutto desiderio di un altro mondo, di un altrove felice.
E' lo spunto per una serie di immagini che evocano un paesaggio marino, caratterizzato da spazi vastissimi, senza confini. Tale paesaggio prende corpo all'istante, attraverso l'evocazione degli uccelli marini: essi sfrecciano tra l'immensità delle acque e l'immensità del cielo, ed esprimono simbolicamente una libertà assoluta, senza limiti.
Il tema del viaggio si intreccia a un altro significato, meno percepibile, ma non meno importante: partire significa anche allontanarsi dalla falsità della vita quotidiana. Ritornare alla natura, un ambito in cui mancano convenzioni sociali, artifici ecc., è un mezzo per riconquistare la verità interiore, l'autenticità.