Le città terribili di D'Annunzio
Appunti su: vita del poeta; Maia; Laudi; "Le città terribili". (3 pagine formato docx)
Le città industriali,
con i loro mali, ma anche con le loro grandezze, sono state descritte anche da
Gabriele D'Annunzio, il quale coglie l'orrore quotidiano delle metropoli, ma
anche una nuova bellezza, un aspetto glorioso (orrida gloria, gloria delle città terribili) ed eleva la città a
nuovo mito.
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LE CITTA' TERRIBILI
Maia è un lungo poema di 8.400 versi che vuole esaltare una vita di grandi imprese, sempre nuove ed inimitabili. Il tema è inusuale per la poesia dannunziana, che solitamente, se presenta un'ambientazione, si svolge tra paesaggi in cui la natura degli alberi, delle piante, del sole, esplode e occupa l'immaginazione dello scrittore e del lettore.
PRESENTAZIONE E VITA DI D'ANNUNZIO (Cicca qui >>)
Al ritorno da un viaggio il poeta si trova di fronte a una città orribile, industrializzata tanto che la definisce come il livello peggiore di decadimento dell'uomo, dove tutto è ridotto al mercato, alla violenza. Secondo lui, la bellezza non abita nelle città dove domina invece la corsa, l'energia. Alla sera, la luce che prevale è quella artificiale dei lampioni, che appaiono come lune penzolanti e i cavalli sono quelli di acciaio delle macchine, che lavorano tutto il giorno senza mai stancarsi.
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LE CITTA' TERRIBILI
Maia è un lungo poema di 8.400 versi che vuole esaltare una vita di grandi imprese, sempre nuove ed inimitabili. Il tema è inusuale per la poesia dannunziana, che solitamente, se presenta un'ambientazione, si svolge tra paesaggi in cui la natura degli alberi, delle piante, del sole, esplode e occupa l'immaginazione dello scrittore e del lettore.
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Al ritorno da un viaggio il poeta si trova di fronte a una città orribile, industrializzata tanto che la definisce come il livello peggiore di decadimento dell'uomo, dove tutto è ridotto al mercato, alla violenza. Secondo lui, la bellezza non abita nelle città dove domina invece la corsa, l'energia. Alla sera, la luce che prevale è quella artificiale dei lampioni, che appaiono come lune penzolanti e i cavalli sono quelli di acciaio delle macchine, che lavorano tutto il giorno senza mai stancarsi.