Dante-Così nel mio parlar voglio esser aspro

Testo, parafrasi ed analisi dell' opera di Dante Così nel mio parlar voglio esser aspro. (1 pagine formato doc)

Appunto di davidecon
Canzone di sei stanze di 13 versi ciascuna, più un congedo di 5 versi.
Le stanze, miste di endecasillabi e settenari, si dividono in una fronte di 8 versi (con primo e secondo piede che ripetono lo stesso schema metrico) e una sirma di cinque versi (aperta da un endecasillabo di chiave e divisa in due volte, ciascuna delle quali è costituita da una coppia di versi a rima baciata. Lo schema delle stanze è pertanto ABbC, ABbC; C, Dd, EE. Il congedo ricalca la sirma.

La metrica si caratterizza per il ricorrere delle rime baciate, le quali conferiscono al testo un «effetto di insistenza incalzante» (Contini) che ben si adatta alla violenta passionalità del tema e all’asprezza dello stile. Le rime sono per lo più ricercate, difficili, costruite a volte mediante parole rare (per esempio, nella sesta stanza, «ferza» : «terza» : «scherza» : «sferza» ai vv.
67-68, 71-72). Esse presentano sovente suoni aspri e scontri di consonanti: oltre al caso citato – e solo a titolo di esemplificazione – rileviamo nella prima stanza le rime in -etra (vv. 2-3, 6-7), in -aspro (vv. 1, 5), in -arme (vv. 12-13); nella seconda stanza le rime in -ezzi (vv. 14, 18) e in -orza (vv. 25-26).
Tra gli artifici in rima si segnalano due rime derivate («petra» : «impetra», vv. 2-3; «ferza» : «sferza», vv. 67 e 72) – che sono anche rime ricche – e una rima equivoca («latra» : «latra», vv. 58-59: il primo vocabolo è un aggettivo, il secondo un verbo).