Digitale purpurea: analisi e riassunto

Analisi e riassunto della poesia "Digitale purpurea" di Giovanni Pascoli (1 pagine formato doc)

Appunto di xmmariana

DIGITALE PURPUREA: ANALISI

Digitale purpurea. È tratto dai Primi Poemetti.

Vi sono degli argomenti legati al ricordo. Pascoli è estremamente legato al passato, all’infanzia, quindi i ricordi, come anche l’ambiente rurale, campagnolo, sono il fulcro a cui ruota l’opera. Lo dichiara egli stesso nella prefazione ai primi poemetti, dedicati alla sorella Maria.
Per comprendere il senso di questo poemetto bisogna conoscere l’episodio che lo ha ispirato. Dopo la morte dei genitori, le sorelle, Maria e Ida, furono affidate ad un collegio in provincia di Forlì.
Maria cita l’episodio nella sua biografia e dice che un giorno dopo la merenda nel convento, le educande insieme alla madre maestra si incamminarono per un sentiero, il quale aveva ai lati due giardini, uno era cinto da una siepe e l’altro era senza nessuna siepe. In questo ultimo giardino videro le ragazze una pianta nuova, che non avevano mai visto, perché non era consuetudine passare per quel luogo. Era una pianta con un lungo stelo e in cima aveva una spiga di fiori rosei a campanella, punteggiati da macchioline color rosso cupo: era la digitale purpurea. Queste ragazze spinte dalla curiosità di vedere da vicino questo fiore, per vedere se odorava, le spinse ad entrare nel giardino, ma appena si fermarono presso la pianta la madre maestra le intimò di non avvicinarsi a quel fiore perché emanava un profumo velenoso, che penetrando faceva morire. Le ragazze tutte impaurite indietreggiarono e scapparono dal campo e tornarono lunga la strada maestra. Maria racconta che rimase per molto tempo con la paura e afferma che quando si doveva passare presso le vicinanze del fiore si allontanava addirittura senza nemmeno guardarlo. Questo ricordo puerile che raccontò al fratello, quest’ultimo lo prese come spunto per comporre il poemetto. Il componimento dunque parte da un episodio reale, ma l’atmosfera della lirica è altro.

Digitale purpurea: analisi

DIGITALE PURPUREA PASCOLI: RIASSUNTO BREVE

Le due protagoniste (è facile identificare Maria con la stessa Maria Pascoli, l’altra, Rachele, rimane avvolta nel mistero, probabilmente non è mai esistita). Già il fatto stesso che venga descritta in una certa maniera, seguendo il topos comune letterario: l’una esile e bionda (il simbolo della donna stilnovista, angelo, buona) e l’altra, scura, con gli occhi che ardono, già l’altra ha in sé qualcosa di misterioso, di peccaminoso, l’antitesi donna angelo e donna demone. Da un lato vi è la donna che rappresenta la purezza, e dall’altro Rachele che rappresenta la donna peccatrice e sensuale. Queste due donne dopo tanto tempo si ritrovano a raccontare l’episodio del convento, di come trascorrevano le giornate e ad un certo punto ricordano di quell’avvenimento, la bionda evita addirittura di nominare (i puntini di sospensione) il fiore, l’altra invece confessa il fatto che ha infranto il divieto, andò a sentire l’odore. L’elemento che caratterizza la seconda protagonista è la sensualità.
È una poesia che presenta diverse interpretazioni. Secondo alcuni, questa digitale purpurea era il simbolo della sensualità, per altri poteva essere inteso come la capacità da parte di questo fiore di sprigionare un odore, un oppiaceo, come una droga, di ottenebrare.
Questa lirica può essere considerata visionaria e fortemente allusiva, perché è come se Rachele avesse perso quell’innocenza che invece ha conservato Maria.