Giambattista Vico: pensiero
Sintesi del pensiero filosofico di uno dei creatori della scienza politica, Giambattista Vico (2 pagine formato doc)
GIAMBATTISTA VICO: PENSIERO
Vico.
E' l'antimachiavelli, ha creato la scienza politica. È un filosofo radicalmente opposto alle idee della sua epoca. Intende fondare una scienza che unisca prospettive mmetafisiche e storiche. Si basa sugli assiomi che chiama dignità. La filosofia senza la filologia non ha senso. La filologia senza la prospettiva teoretica nemmeno. A Vico interessa il movimento complessivo dellla storia. Esiste un disegno provvidenziale. Vico è la risposta romana alla filosofia cartesiana e sensista. È il primo autore che inventa l'estetica in senso moderno. La prosa è manifestazione immediata della verità. Ritiene che il pensiero umanistico che si contrappone ad un sapere amorale sia una scelta corretta anche dal punto di vista pedagogico. Conosciamo solo ciò di cui possiamo ricostruire l'origine. La conoscenza è ricostruzione mentale che porta alle cause del perché una cosa si sia originata. Afferma che il mondo naturale non può essere conosciuto da noi in quanto non l'abbiamo creato , non siamo cioè in grado di ricostruirlo. I sensi non ci ingannano ma da soli non ci danno la conoscenza.La scienza nuova di Vico: riassunto e spiegazione
VICO: CONOSCENZA
La vera conoscenza è quella della totalità. È definita la fonte di tutte le scienza, cioè la metafisica. Vico cerca di costruire una metafisica che dia le ragioni della realtà fisica. Vico afferma che per avere una vera conoscenza dovremmo conoscere le cause ultime fondamentali di tutto il processo. Vico legge la storia passata trovando un filo conduttore che a ricostruire razionalmente a posteriori ma che non gli permette di fare previsioni. Dimostra che vero e factum sono intercambiabili. Non condanna gli scienziati ma i filosofi che hanno trascurato la sfera politica per quella naturale che però è inconoscibile. Non confonde ordine fisico con quello metafisico anche perché la confusione degli ordini è il bersaglio del suo discorso. Crede che tra questi ci sia un'analogia: c'è una sorta di applicazione delll'analogia mentis medievale, applicata al moderno.
GIAMBATTISTA VICO, LIBRI
Nel 1720 scrive “Del principio e fine unico del diritto universale” dove attraverso l'applicazione del principio filosofico del verum factum analizza le diverse istituzioni giuridiche e giunge alla conclusione che esiste un unico principio da cui derivano i diritti. Il principio metafisico che spiega le somiglianze tra i diversi diritti è il vis veri, aspirazione dell'uomo alla verità, elemento che spiega perché ci siano delle somiglianze tra le leggi, è anche una forza della verità nella storia che sta alla base del perfezionamento della giustizia e della virtù el singolo, aspirazioni sempre presenti nella storia.
GIAMBATTISTA VICO: PENSIERO FILOSOFICO
Vis veri impedisce che le cadute dell'umanità siano definitive, non impedisce che si verifichino.il diritto non nasce per necessità, l'uomo è socievole per natura, lo stato felino nasce dalla corruzione dell'uomo dopo il peccato originale che corrompe la natura dell'uomo a cui resta però l'aspirazione alla verità, la quale consente all'uomo di superare lo stato felino. Arriva a queste conclusioni partendo dalla tradizione umanistica e cattolica. L'uomo ha bisogno di riunirsi in società in seguito al peccato originale poiché questa gli permette di riacquisire integrità. L'occasione è l'infermità è l'indigenza dell'uomo diviso dopo la caduta originaria, in società gli uomini possono concretizzare l'aspirazione al vero.