Leopardi: pensiero e poetica
La poetica del vago e dell'indefinito, Leopardi e il Romanticismo, il primo Leopardi: le Canzoni e gli Idilli, Le Operette morali, I grandi idilli, l'ultimo Leopardi. Riassunto della poetica e del pensiero di Giacomo Leopardi (3 pagine formato doc)
LEOPARDI: PENSIERO E POETICA
Giacomo Leopardi: il pensiero.
Al centro della meditazione di Leopardi si pone l’infelicità dell’uomo. Egli arriva a individuare la causa prima in alcune pagine dello Zibaldone. Identifica la felicità con il piacere sensibile e materiale. Ma l’uomo aspira a un piacere infinito, siccome nessuno dei piaceri particolari goduti dall’uomo può soddisfare questa esigenza, nasce in lui un senso di insoddisfazione perpetua. Da questa tensione inappagata nasce l’infelicità dell’uomo, il senso della nullità di tutte le cose. Ciò va inteso in senso puramente materiale. L’uomo è dunque, necessariamente infelice, la natura che in questa prima fase è concepita da Leopardi come madre benigna, ha voluto sin dalle origini offrire un rimedio all’uomo: l’immaginazione e le illusioni.LEOPARDI PENSIERO E POETICA RIASSUNTO
Per questo gli uomini primitivi e gli antichi Greci e Romani, più vicini alla natura, erano felici. Il progresso della civiltà, opera della ragione, ha allontanato l’uomo da quella condizione privilegiata. La prima fase del pensiero di Giacomo Leopardi è costruita su questa antitesi tra natura e ragione, antichi e moderni. Gli antichi, erano anche più forti fisicamente, e questo favoriva la loro forza morale; la loro vita era più attiva, e ciò contribuiva a far dimenticare il vuoto dell’esistenza. La colpa dell’infelicità presente è dunque attribuita all’uomo stesso, che si è allontanato dalla vita tracciata dalla natura benigna. L. da un giudizio durissimo sulla civiltà dei suoi anni, la vede dominata dall’inerzia e dalla noia.
Poetica di Giacomo Leopardi
GIACOMO LEOPARDI PENSIERO E POETICA
Ne deriva un atteggiamento titanico: il poeta come unico difensore dell’antichità, si eleva per sfidare il crudele destino che ha colpito l’Italia. Questa fase del pensiero di Giacomo Leopardi è definita pessimismo storico, ovvero la condizione negativa del presente viene vista come effetto di un processo storico, di una decadenza e di un allontanamento progressivo da una condizione originaria di felicità. Questa concezione di natura benigna e provvidenziale entra in crisi, infatti, la natura mira alla conservazione della specie e quindi può anche sacrificare il bene del singolo e generare sofferenza, il male rientra nel piano stesso della natura. È la natura che ha messo nell’uomo quel desiderio di felicità infinita, senza dargli mezzi per soddisfarlo. Leopardi concepisce la natura non più come madre amorosa, ma come meccanismo ceco, crudele, in cui la sofferenza degli esseri e la loro distruzione è legge essenziale, è una concezione non più finalistica, ma meccanistica e materialistica.
Vita, pensiero e poetica di Giacomo Leopardi: riassunto
PENSIERO E POETICA DI LEOPARDI
La colpa dell’infelicità non è più dell’uomo stesso ma solo della natura, l’uomo non è che vittima innocente della sua crudeltà. Se causa dell’infelicità è la natura stessa, tutti gli uomini sono infelici. Al pessimismo storico, della prima fase subentra così un pessimismo “cosmico”: l’infelicità è legata ad una condizione immutabile di natura. Ne deriva, l’abbandono della poesia civile e del titanismo: se l’infelicità è un dato di natura, vane sono la protesta e la lotta. Subentra infatti in Leopardi un atteggiamento contemplativo, ironico, distaccato e rassegnato. Suo ideale non è più l’eroe antico, ma il saggio antico.