Luigi Pulci e Matteo Maria Boiardo
Luigi Pulci e Mattero Maria Boiardo: descrizione del periodo cavalleresco nel pieno dell'Umanesimo (3 pagine formato docx)
LUIGI PULCI E MATTERO MARIA BOIARDO
Boiardo - Cicli cavallereschi - Pulci. Il ciclo epico cavalleresco viene ripreso da quello che era il ciclo carolingio e il ciclo bretone, cicli del 1200.
Il primo parlava delle gesta dei paladini del re di Carlo Magno per questo carolingio ( le storie di Rinaldo, Orlando) ed erano delle storie che facevano capo alla più importante , la Chanson de Roland , che è tipicamente medievale. Nell’epoca dell'Umanesimo vengono ripresi questi poemi ,non tanto la Chanson de Roland ma quanto veniva cantato dai giullari ,ossia una tradizione orale del poema epico cavalleresco. I cantari ,i giullari che giravano per le corti e venivano pagati o protetti dai signori per raccontare le loro storie e per dilettare il pubblico. Si chiamavano cantari perché queste storie venivano proprio cantate. Per quanto riguarda in epoca Umanistica , vengono ripresi questi CANTARI , storie avventurose , cavalleresche , questi cavalieri di Carlo Magno che combattevano per difendere la fede cristiana dalla fede pagana dei saraceni dei turchi degli arabi.MATTEO MARIA BOIARDO: RIASSUNTO
Il ciclo arturiano , ossia bretone, ossia il ciclo di re Artù, è quel ciclo che, più che per le guerre vere e proprie, certo sullo sfondo aveva sempre le guerre, aveva interesse per le storie d’amore : abbiamo i cavalieri della tavola rotonda che si stringono intorno a re Artù e abbiamo come protagonista ad esempio l’amore adultero tra Lancillotto, fedele paladino, e Ginevra moglie di re Artù, trattata anche da Dante nel 5 canto dell’inferno “Galeotto fu l’amore e chi lo lesse “. Si inserisce in maniera particolare il MAGICO nel ciclo bretone : la fata morgana, mago merlino, storie di incantesimi di maghi. In epoca umanistica vengono riprese queste storie epico cavalleresche, tramandate oralmente dai cantari, e viene fatta una commissione tra quello che è il ciclo carolingio e quello che è il ciclo bretone. Abbiamo visto con PULCI che scrive Il Morgante, quasi una parodia di quello che è il poema epico cavalleresco. Vi è una prevalenza dell’avventura , del comico del burlesco del grottesco , quindi è un divertimento del Pulci che prende le storie dai cantari e le contamina con la passione che c’era a Firenze per il carnevalesco e con quella che era poi la tradizione fiorentina del Carnevale e dei canti carnascialeschi.
Matteo Maria Boiardo: vita e opere
MATTEO MARIA BOIARDO: ORLANDO INNAMORATO
A Ferrara invece abbiamo la corte degli estensi e abbiamo un poeta MATTEO MARIA BOIARDO il quale riprende anch’egli questi poemi epici cavallereschi e queste storie dei cantari , scrivendo un poema che continua su questa scia intitolato “L’Orlando Innamorato” .Già dal titolo possiamo dedurre una commissione tra ciclo carolingio, infatti Orlando è paladino di Carlo Magno che però è innamorato e c’è questa commissione immediata con il ciclo bretone ossia quello arturiano, per cui non si parlerà più delle guerre combattute da questo paladino ,ma della storia del cugino Rinaldo ,suo rivale in amore della bella angelica, non combatteranno più per la difesa della fede e del loro imperatore ma combatteranno per conquistare l’amore di Angelica. Abbiamo una differenza per quello che era il ciclo carolingio perché è stato contaminato con il ciclo bretone. Matteo Mario Boiardo si ammalerà e morirà , così si interromperà questa storia . Un grandissimo autore del 400’, Ludovico Ariosto riprenderà questo poema e lo continuerà scrivendo così la sua opera più importante “ L’Orlando Furioso”. La tradizione rimane simile a quella dei cantari medievali che cantavano le storie alle corte dei signori o alle piazze, dovendo andare incontro a un gusto popolare , diffondevano una tradizione orale che verrà gradualmente abbandonata poiché questi poemi vengono scritti.