Agostino e il romanzo di formazione: tema

Agostino di Alberto Moravia e il romanzo di formazione: tema svolto (2 pagine formato doc)

Appunto di missvannelli

AGOSTINO ROMANZO DI FORMAZIONE

Tema - Delinea un nucleo tematico ricorrente tra gli autori del Novecento, evidenziando in che modo, attraverso quali testi è rintracciabile in essi e con quali sfumature è realizzato.

(Breve presentazione dell’autore e di un’opera).
L’adolescenza difficile – Alberto Moravia – “Agostino”. Nel periodo tra Ottocento e Novecento, con l’avvento del disagio giovanile e della sempre più frequente “adolescenza difficile”, nasce il romanzo di formazione.
Questa tipologia di romanzo non è altro che un genere letterario che si concentra sul giovane che cerca di realizzarsi all’interno della società borghese, di inserirsi in questa società.

ROMANZO DI FORMAZIONE: SIGNIFICATO E CARATTERISTICHE

La caratteristica fondamentale del romanzo di formazione è il lieto fine, dove il giovane diventato adulto, riesce ad inserirsi completamente nella società e, come avviene in diversi romanzi dell’epoca, egli completa la sua realizzazione con il matrimonio.
Nella prima metà dell’Ottocento, il lieto-fine dipinge la borghesia come una classe sociale in ascesa, che riesce ad affermare gli ideali di libertà e uguaglianza; nella seconda metà dell’Ottocento invece, il romanzo di formazione diventa pessimistico e sancisce definitivamente la nascita del romanzo di formazione negativo.
In questo contesto i giovani vengono sottoposti a prove dure, che determinano il completo fallimento del protagonista e, in alcuni casi, lo portano addirittura al suicidio.
Nel romanzo di formazione novecentesco, il protagonista è uno studente o un artista: essi manifestano una condizione di superiorità rispetto alla loro classe sociale di appartenenza; questi personaggi sono molto sensibili e tendono ad escludersi automaticamente dall’ambiente che li circonda. Tale esclusione si manifesta spesso con il fallimento negli studi o nel lavoro, per una malattia o, peggio ancora, con il suicidio.
Il tema dell’adolescenza difficile e del disagio giovanile è particolarmente approfondito dallo scrittore Alberto Moravia.
Alberto Pincherle (il suo vero nome) nasce a Roma nel 1907 ma vive l’adolescenza tragicamente, condannato a stare quasi paralizzato a causa della tubercolosi ossea; dopo una lenta guarigione pubblica a proprie spese il suo primo romanzo, “Gli Indifferenti” (1929), che si rivelerà un gran successo.
Nel corso degli anni ’30, Moravia pubblica alcuni brani che raccoglierà nell’opera unica “Racconti 1927 – 1951”, pubblicata nel 1952; alla fine degli anni ’30 incontra Elsa Morante, affermata scrittrice del tempo che diverrà ben presto sua moglie.

Agostino, Moravia: trama, personaggi e stile

COMMENTO AL LIBRO AGOSTINO DI MORAVIA

Nel 1944 esce “Agostino”, un romanzo breve ma considerato dalla critica del tempo come uno dei più grandi capolavori dello scrittore.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Moravia rischia di essere deportato perché figlio di madre ebrea e così trascorre molti mesi nascosto e, in questo arco di tempo, scrive due romanzi dedicati alla guerra: “La Romana” e “La Ciociara”, opere che saranno destinate in seguito a diventare dei film.
Negli anni Cinquanta, Moravia realizza la rivista “Nuovi Argomenti” (insieme alla moglie, a Pasolini e a Gadda) e collabora per il “Corriere della Sera”, scrivendo i “Racconti Romani”.
Negli anni Sessanta pubblica “La Noia”, che riscuote come gli altri romanzi passati, grande successo; nello stesso periodo finisce la sua storia con Elsa Morante, ma i due rimarranno lo stesso grandi amici.
Dopo la rottura con la Morante, lo scrittore si lega a Dacia Maraini, una giovane scrittrice che acquisterà la fama alla fine degli anni Sessanta, con opere a favore del femminismo.
Nel 1963 pubblica “L’uomo come fine” e scrive dei “diari di viaggio” come “Un’idea dell’India” del 1962, “La rivoluzione culturale in Cina” del 1968 e “A quale tribù appartieni?” del 1972.
Negli ultimi anni della sua vita, la produzione letteraria di Alberto Moravia viene giudicata dalla critica scadente, non originale insomma; romanzi come “Io e lui” del 1971, “La vita interiore” del 1978 e “L’uomo che guarda” del 1985, saranno considerati un fallimento.

Agostino di Moravia: recensione libro

.