Le opere politiche di Vittorio Alfieri: riassunto
Vittorio Alfieri, opere: Della tirannide, Del principe e delle lettere e Il Misogallo (1 pagine formato doc)
VITTORIO ALFIERI OPERE
Le opere politiche. Della tirannide. È un trattato steso di getto e conduce una critica contro l’ideale settecentesco del dispotismo illuminato e riformatore: le tirannidi moderate, secondo l’autore, intendono ad addormentare i popoli; quindi sono preferibili quelle estreme e oppressive perché, con i loro intollerabili abusi, suscitano il gesto eroico dell’uomo libero, provocando così l’insurrezione del popolo e portando, attraverso la violenza, alla conquista della libertà.
Lo scrittore passa poi a esaminare le basi su cui si appoggia il potere tirannico e le individua nella nobiltà (strumento nelle mani del despota), nella casta militare (mediante cui viene soffocata ogni possibilità di ribellione) e nella casta sacerdotale (che educa a servire con cieca obbedienza).
Alfieri affronta, inoltre, il modo di comportarsi dell’uomo libero sotto la tirannide: per non farsi contaminare dalla generale servitù, questi potrà ritirarsi dalla vita sociale, chiudendosi nella più totale solitudine, potrà ricorrere al gesto eroico del suicidio, oppure potrà uccidere il tiranno, andando anche in questo caso incontro alla morte.
Vittorio Alfieri, opere: Filippo, Mirra e Saul
VITTORIO ALFIERI OPERE POLITICHE
Nel discorso alfieriano si delineano due figure gigantesche: il tiranno e il liber’uomo, in fondo molto simili fra loro, in quanto entrambe tese all’affermazione assoluta della loro individualità superiore, al di là e contro ogni limite; per questo, oltre che nei confronti dell’uomo libero, si può cogliere una segreta ammirazione da parte di Alfieri anche nei confronti del tiranno, che, sia pure nella sua negatività, viene a incarnare l’affermazione del proprio io; a suo modo, anche il tiranno è un uomo libero, in quanto la sua volontà non conosce vincoli.
DEL PRINCIPE E DELLE LETTERE. Divisa in tre libri, l’opera si dedica ad esaminare il rapporto tra lo scrittore ed il potere assoluto, proclama la superiorità assoluta dello scrivere su ogni altra forma di attività.
Lo scrivere sostituisce totalmente il fare, non è più un debole surrogato (come l’autore esplica nella Tirannide).Il poeta si dedica esclusivamente alla poesia, che la suprema realizzazione dell’essenza umana. Solo nelle lettere si manifesta quindi la libertà, la dignità eroica dell’individuo. La poesia è superiore all’azione perché “il dire altamente alte cose, è un farle in gran parte”. Maggiore grandezza si richiede a inventare e a descrivere una cosa che non a eseguirla.
Alfieri assegna pur sempre al letterato una funzione di guida e di illuminazione, ma è un’azione destinata alle generazioni future, non rivolta immediatamente ai contemporanei, per esortarli e sollecitarne le coscienze.
Vittorio Alfieri: opere principali
VITTORIO ALFIERI OPERE PRINCIPALI
IL MISOGALLO. In un primo tempo, Alfieri aveva guardato con simpatia alla Rivoluzione Francese come affermazione di libertà, ma poi, visto il degenero, si chiude in un atteggiamento di disprezzo, si schierò contro.
Questa violenta reazione alle tendenze della storia contemporanea si manifesta nel Misogallo: come rivela eloquentemente il titolo (miséin in greco significa “odiare” e i Galli stanno ad indicare i Francesi), essa esprime un odio furibondo contro la Francia, che in realtà è odio contro la Rivoluzione, contro i princìpi illuministici.