Pablo Neruda: "Ode al ricercatore"
Appunto inviato da ariannaa88
Breve commento alla poesia, spiegazione di alcune parole chiave e messaggio del componimento (2 pagine formato doc)
In
"Ode al ricercatore" Pablo Neruda esalta il lavoro dello
scienziato che esplorando i vari segreti della natura offre un grande
contributo al progresso dell'umanità.
Pablo Neruda nelle sue poesie canta le cose più semplici e umili della realtà; osserva e descrive gli aspetti modesti e quotidiani della vita. Lo scienziato paziente e silenzioso cerca di combattere ciò che tormenta l'umanità e cerca di capire cosa provoca tanto male negli uomini. L'autore ci presenta il ricercatore nei vari momenti del suo lavoro per farci capire l'importanza e la difficoltà del suo operato; egli è chiuso nel suo laboratorio e come un ciclope osserva al microscopio con un solo occhio trovando nella goccia di sangue le stesse caratteristiche di armonia possedute dall'universo. Osserva e prende appunti: le molecole somigliano a costellazioni e pianeti, mentre i movimenti dei corpuscoli sembrano percorsi di stelle e minacce di invasione. Lo scienziato vede i globuli rossi e i globuli bianchi che vengono paragonati dall'autore a degli eserciti minacciosi per il fatto che il loro proliferare genera svariate malattie; l'occhio del ricercatore è molto attento e se trova qualcosa di strano porta subito l'uomo alla lotta contro l'elemento che potrebbe portare la malattia.
In questi primi versi il poeta sottolinea l'attenzione e la velocità dello scienziato intento a trovare piccoli segni negativi nel minor tempo negativo per porvi subito rimedio; si nota inoltre l'amore che mette il ricercatore, con la sua estrema pazienza, nel suo lavoro per aiutare in un futuro i suoi simili, come un soldato che vigila con attenzione per respingere l'attacco del nemico.
Con le parole "invasioni e reggimenti" Neruda evidenzia il fatto che il lavoro dello scienziato è una lotta contro le malattie e la morte. Dopo che lo scienziato ha trovato le cause della malattia, comincia la cura del paziente che se ha un buon esito porta il paziente alla salute e tutto ciò è merito del ricercatore che con la sua bravura e pazienza ha allontanato la malattia e la morte.
Pablo Neruda nelle sue poesie canta le cose più semplici e umili della realtà; osserva e descrive gli aspetti modesti e quotidiani della vita. Lo scienziato paziente e silenzioso cerca di combattere ciò che tormenta l'umanità e cerca di capire cosa provoca tanto male negli uomini. L'autore ci presenta il ricercatore nei vari momenti del suo lavoro per farci capire l'importanza e la difficoltà del suo operato; egli è chiuso nel suo laboratorio e come un ciclope osserva al microscopio con un solo occhio trovando nella goccia di sangue le stesse caratteristiche di armonia possedute dall'universo. Osserva e prende appunti: le molecole somigliano a costellazioni e pianeti, mentre i movimenti dei corpuscoli sembrano percorsi di stelle e minacce di invasione. Lo scienziato vede i globuli rossi e i globuli bianchi che vengono paragonati dall'autore a degli eserciti minacciosi per il fatto che il loro proliferare genera svariate malattie; l'occhio del ricercatore è molto attento e se trova qualcosa di strano porta subito l'uomo alla lotta contro l'elemento che potrebbe portare la malattia.
In questi primi versi il poeta sottolinea l'attenzione e la velocità dello scienziato intento a trovare piccoli segni negativi nel minor tempo negativo per porvi subito rimedio; si nota inoltre l'amore che mette il ricercatore, con la sua estrema pazienza, nel suo lavoro per aiutare in un futuro i suoi simili, come un soldato che vigila con attenzione per respingere l'attacco del nemico.
Con le parole "invasioni e reggimenti" Neruda evidenzia il fatto che il lavoro dello scienziato è una lotta contro le malattie e la morte. Dopo che lo scienziato ha trovato le cause della malattia, comincia la cura del paziente che se ha un buon esito porta il paziente alla salute e tutto ciò è merito del ricercatore che con la sua bravura e pazienza ha allontanato la malattia e la morte.
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