La peste nei “promessi sposi” : fonti storiche

Le fonti usate dal Manzoni per la descrizione della peste nei promessi sposi (con relative citazioni) (1 pagine formato doc)

Appunto di phibi

La peste nei “promessi sposi” : fonti storiche La peste nei “promessi sposi” : fonti storiche “Delle molte relazioni contemporanee, non ce n'è alcuna che basti da sé a darne un' idea un po' distinta e ordinata; come non ce n'è alcuna che non possa aiutare a formarla.

In ognuna di queste relazioni, senza eccettuarne quella del Ripamonti, la quale le supera tutte, per la quantità e la scelta de' fatti, e ancor più per il modo di osservarli, in ognuna sono omessi fatti essenziali, che sono registrati in altre; in ognuna ci sono errori materiali che si possono riconoscere e rettificare con l'aiuto di qualche altro, o di quei pochi atti della pubblica autorità che rimangono. In tutte poi regna una strana confusione di tempi e di cose…” Fonte Nei “promessi sposi”… Giuseppe Ripamonti “…e mentre i cadaveri sparsi, o i mucchi di cadaveri, sempre davanti agli occhi, sempre tra piedi, facevano della città tutta come un solo mortorio, c'era qualcosa di più brutto, di più funesto in quell'accanimento vicendevole, in quella sfrenatezza e mostruosità di sospetti…” (De peste quae fuit anno 1630, libri V) Alessandro Tadino “…et ci parevano, tante creature selvatiche, portando in mano chi l'herba menta chi la ruta, chi il rosmarino et chi un'ampolla d'aceto…” (Ragguaglio dell'origine et giornali successi della gran peste contagiosa venefica et malefica seguita nella città di Milano ecc.) Francesco Rivola “… il Cardinal Federigo, appena si riseppero i primi casi di mal contagioso, prescrisse con lettera pastorale a parrochi, tra le altre cose che ammonissero più e più volte i popoli dell'importanza e del'obbligo stretto di rivelare ogni simile accidente e di consegnare le robe infette o sospette…” (Vita di Federigo Borromeo, Milano 1666) Lettera del tribunale di sanità al governatore (archivio di San Fedele) “…ad ogni modo non parendoci conueniente che questo delitto in qualsiuoglia modo resti impunito, massime in tempo tanto pericoloso e sospettoso, per consolatione e quiete di questo Popolo, e per cauare indico del fatto, habbiamo oggi pubblicata grida etc.
Pio La croce “…temeva di più, che, seppur c'era di questi untori, la processione fosse un' occasion troppo comoda al delitto: se non ce n'era il radunarsi tanta gente non poteva che spandere sempre più il contagio: pericolo ben più reale” (Memoria delle cose notabili successe in Milano intorno al mal contaggioso l'anno 1630)