Poeti crepuscolari e Guido Gozzano: riassunto
Breve riassunto di letteratura italiana sui poeti crepuscolari, sui caratteri del crepuscolarismo e sulla vita e le opere di Gudio Gozzano (2 pagine formato doc)
POETI CREPUSCOLARI: RIASSUNTO
I poeti crepuscolari. crepuscolarismo non si tratta né di una scuola poetica né di un movimento ma si tratta di una tendenza comune; i poeti crepuscolari sono caratterizzati:
1. dalla coscienza che è finita un’epoca, si sentono al tramonto di una civiltà, non si sentono iniziatori di qualcosa di nuovo (≠ futuristi);
2. dalla tendenza a non vivere la vita ma guardarsi vivere, si guardano dall’esterno;
3. dagli ambienti e i temi trattati sono piccolo – borghesi: non vi sono palazzi eleganti, vi è il gusto per le cose malinconiche.
Marino Moretti scrive una raccolta “Poesie scritte con il lapis”: sono poesie semplici e poco eleganti (lapis= matita) e Sergio Corazzini, erede di Pascoli, riprende il fanciullino dicendo di essere un fanciullino che piange.
Il 1. dalla coscienza che è finita un’epoca, si sentono al tramonto di una civiltà, non si sentono iniziatori di qualcosa di nuovo (≠ futuristi);
2. dalla tendenza a non vivere la vita ma guardarsi vivere, si guardano dall’esterno;
3. dagli ambienti e i temi trattati sono piccolo – borghesi: non vi sono palazzi eleganti, vi è il gusto per le cose malinconiche.
Marino Moretti scrive una raccolta “Poesie scritte con il lapis”: sono poesie semplici e poco eleganti (lapis= matita) e Sergio Corazzini, erede di Pascoli, riprende il fanciullino dicendo di essere un fanciullino che piange.
POETI CREPUSCOLARI: CARATTERISTICHE
Borghese diede il termine di “poesia crepuscolare”; sostiene che questa poesia fosse la voce esile che si spegneva di una poesia gloriosa, cioè rappresenta il tramonto della grande poesia di Carducci, Pascoli e D’Annunzio che furono poeti vate.
Nei poeti si osservava un’involuzione: da progressisti diventano liberalisti. La poesia crepuscolare è una voce esile poiché ciò che caratterizza questi poeti è uno stato d’animo di noia e malinconia; dicono di non avere nulla da dire e niente da fare.
(≠romantici) Ciò che caratterizza questa poesia è il rovesciamento della poesia romantica poiché il poeta romantico è sentimentale e soffre a causa di queste passioni travolgenti, mentre i crepuscolari sono l’opposto, sono incapaci di provare sentimenti.
(= esteti) Possono essere accostati al decadentismo estetizzante poiché c’è una tendenza all’isolamento, non c’è un vero sentimento ma ci sono le sensazioni poiché hanno una visione edonistica della vita.
Nei poeti si osservava un’involuzione: da progressisti diventano liberalisti. La poesia crepuscolare è una voce esile poiché ciò che caratterizza questi poeti è uno stato d’animo di noia e malinconia; dicono di non avere nulla da dire e niente da fare.
(≠romantici) Ciò che caratterizza questa poesia è il rovesciamento della poesia romantica poiché il poeta romantico è sentimentale e soffre a causa di queste passioni travolgenti, mentre i crepuscolari sono l’opposto, sono incapaci di provare sentimenti.
(= esteti) Possono essere accostati al decadentismo estetizzante poiché c’è una tendenza all’isolamento, non c’è un vero sentimento ma ci sono le sensazioni poiché hanno una visione edonistica della vita.
Crepuscolarismo: caratteri ed esponenti
POETI CREPUSCOLARI CHI SONO
I crepuscolari si discostano dagli esteti per quanto riguarda l’arte, i crepuscolari non hanno niente da dire e tendono alle piccole cose, agli ambienti di tutti i giorni mentre gli esteti costruiscono un mondo artificiale e artificioso. Quello che manca ai crepuscolari è la convinzione dell’arte come qualcosa di alogico, non anticipano la poesia del ‘900 ma segnano il tramonto della poesia. Nei crepuscolari si può notare un tono basso che tende a rappresentare la banalità quotidiana, che non può essere condivisa sul piano estetico.
La poesia crepuscolare ci rappresenta un repertorio di luoghi che ricorrono a buone cose di pessimo gusto: organetti di barberia, i giardini silenziosi, monasteri.
I crepuscolari sono la versione italiana dei poeti simbolisti belgi: ma nei poeti italiani non c’è il simbolismo.
Una visione marxista dice che i crepuscolari rappresentano il declino del ciclo di Crispi, sembra l’espressione della fine del sogno imperialista di Crispi (D’Annunzio, La Gloria).
La poesia crepuscolare ci rappresenta un repertorio di luoghi che ricorrono a buone cose di pessimo gusto: organetti di barberia, i giardini silenziosi, monasteri.
I crepuscolari sono la versione italiana dei poeti simbolisti belgi: ma nei poeti italiani non c’è il simbolismo.
Una visione marxista dice che i crepuscolari rappresentano il declino del ciclo di Crispi, sembra l’espressione della fine del sogno imperialista di Crispi (D’Annunzio, La Gloria).
CREPUSCOLARISMO: ESPONENTI
GUIDO GOZZANO (1883-1916). Poeta snob che frequenta gli ambienti mondani, comincia a pubblicare nel 1904 e nel 1907 pubblica la raccolta più importante, “La via del rifugio”, e nel 1911 pubblica “I colloqui”.
Dopo essersi ammalato trova rifugio nell’arte la quale gli serve per superare il suo disagio psicologico che non superò neanche con la relazione con la Guglielminetti (la più famosa poetessa di ispirazione dannunziana dell’epoca).
La raccolta “I colloqui” è considerata un capolavoro, quando la scrive si era già manifestata la TBC. Di questa raccolta fa parte un poemetto, “La signorina Felicita ovvero la felicità”: si tratta di una novella in versi che si basa su una trama autobiografica abbastanza sottile. Il poeta compie un viaggio nel canadese, in Piemonte, dove aveva una villa; qui conosce una ragazza non bella, non colta e senza fascino (≠ Elena Muti). La casa in cui vive Felicita appare al poeta come una via di fuga dalla letteratura e dalla poesia (poesia e malattia in Gozzano coincidono), la corte che il poeta fa alla ragazza suscita gelosia da parte di un notaio del paese; l’idillio si interrompe e il poeta parte per curarsi.
Questo componimento verrà pubblicato a sé già prima con il titolo di “Idillio” (flirt tra il poeta e la ragazza) e poi con il titolo “La signorina Domestica”.
Dopo essersi ammalato trova rifugio nell’arte la quale gli serve per superare il suo disagio psicologico che non superò neanche con la relazione con la Guglielminetti (la più famosa poetessa di ispirazione dannunziana dell’epoca).
La raccolta “I colloqui” è considerata un capolavoro, quando la scrive si era già manifestata la TBC. Di questa raccolta fa parte un poemetto, “La signorina Felicita ovvero la felicità”: si tratta di una novella in versi che si basa su una trama autobiografica abbastanza sottile. Il poeta compie un viaggio nel canadese, in Piemonte, dove aveva una villa; qui conosce una ragazza non bella, non colta e senza fascino (≠ Elena Muti). La casa in cui vive Felicita appare al poeta come una via di fuga dalla letteratura e dalla poesia (poesia e malattia in Gozzano coincidono), la corte che il poeta fa alla ragazza suscita gelosia da parte di un notaio del paese; l’idillio si interrompe e il poeta parte per curarsi.
Questo componimento verrà pubblicato a sé già prima con il titolo di “Idillio” (flirt tra il poeta e la ragazza) e poi con il titolo “La signorina Domestica”.