Eutanasia: definizione, pro e contro
Riflessioni sull'eutanasia: definizione, pro e contro, lo stato vegetativo, il testamento biologico e il pensiero di Mirko Drazen Grmek (1 pagine formato txt)
EUTANASIA: DEFINIZIONE, PRO E CONTRO
Ragioni a favore dell'eutanasia volontaria.
- Scelta: la scelta è un fondamentale principio democratico. L'idea che il cittadino sia libero nelle sue opinioni e nel suo voto presuppone che egli sia anche sovrano su una sfera privata, dove i suoi valori di coscienza sono insindacabili.
- Qualità della vita: il dolore e la sofferenza che una persona sperimenta durante una malattia può risultare incomprensibile, anche se trattata con analgesici, ad una persona che non c'è passata attraverso, la decisione pertanto non può spettare ad un terzo. Anche senza considerare il dolore fisico, è spesso difficile per i pazienti far fronte alla sofferenza psichica per aver perso la loro indipendenza. La società non dovrebbe forzarli a sopportare queste difficoltà.
Ragioni contro l'eutanasia volontaria
- Morale: per alcune persone l'eutanasia di alcuni o di tutti i tipi è moralmente inaccettabile Questa visione di solito vede l'eutanasia come un tipo di omicidio e l'eutanasia volontaria come un tipo di suicidio, la moralità del quale è oggetto di vivo dibattito.
- Piena consapevolezza: l'eutanasia può essere considerata "volontaria" soltanto se il paziente è pienamente consapevole per prendere la decisione, cioè, se ha una comprensione razionale delle opzioni e delle loro conseguenze. La piena consapevolezza può essere difficile da determinare o addirittura da definire.
Eutanasia: cos'è
L'EUTANASIA IN ITALIA
Il Comitato nazionale per la bioetica (CNB) ha discusso ed effettuato ricerche su varie problematiche legate all'eutanasia e al rispetto delle volontà del malato. Fra i documenti del CNB più attinenti alla tematica del trattamento di quelle fasi in cui il malato non può esprimere volontà si citano:
- le Dichiarazioni anticipate di trattamento (talora anche chiamate Direttive anticipate) [11] del 18 dicembre 2003;
Tale documento tratta la natura delle c.d. "dichiarazioni anticipate": vi si affrontano aspetti tecnico-legali quali la validità delle stesse, la vincolatività - se cioè debbano essere considerate obbligatorie od orientative - l'efficacia delle direttive anche a distanza di anni tra la loro stesura e l'eventuale attuazione di quanto in esse disposto, l'opportunità per il dichiarante di nominare anche un fiduciario che garantisca per l'attuazione delle direttive anticipate.
- L'alimentazione e l'idratazione dei pazienti in stato vegetativo persistente [11] del 30 settembre 2005.
Saggio breve sull'eutanasia
EUTANASIA: LEGGE
In questo documento (composto poco dopo la morte di Terri Schiavo) la relazione di maggioranza (2/3)[12] descrive la PEG (alimentazione e idratazione con sondino) come non assimilabile al caso di accanimento terapeutico.
STATO VEGETATIVO: I pazienti in uno stato vegetativo persistente sono ritenuti in genere come in stato di incoscienza e non consapevoli. Non rispondono agli stimoli esterni, se non con movimenti riflessi (es. stimolo doloroso). A differenza del coma, dove si osserva che gli occhi del paziente rimangono chiusi, questi pazienti nello stato vegetativo spesso aprono gli occhi. Possono seguire cicli sonno-veglia, oppure restare in uno stato di veglia cronico. Possono mostrare alcuni comportamenti che possono essere il prodotto di un parziale stato di coscienza, come il digrignamento dei denti, ingoiare, singhiozzare, sorridere, lacrimare e piangere, fare moine, farfugliare, sbuffare, oppure urlare senza alcuno stimolo esterno apparente.
Dopo un anno, le possibilità che un paziente in stato vegetativo persistente riguadagni la coscienza sono molto basse, mentre quanto più a lungo un paziente si trova nel PVS, tanto maggiori saranno le disabilità risultanti. Come nel caso Englaro: “Per otto anni i genitori di Eluana hanno vegliato su questo corpo che non si decideva a morire ma che non poteva nemmeno tornare alla vita della coscienza e degli affetti. Quindi la scelta sofferta, compiuta dal padre Beppino Englaro, di fare interdire la figlia in base all’articolo 414 del Codice civile e procedere all’interruzione dell’alimentazione artificiale, nonché di quelle medicine che, come le vitamine, aiutano la paziente solo nella sopravvivenza sul piano fisico".