Il Canzoniere di Umberto Saba: analisi della poesia "Autobiografia"

Analisi della poesia Autobiografia, il testo poetico n° 12 de Il Canzoniere di Umberto Saba, la raccolta pubblicata per la prima volta nel 1945 e ampliata più volte negli anni successivi.

Il Canzoniere di Umberto Saba: analisi della poesia
getty-images

Il Canzoniere, la raccolta poetiva di Umberto Saba

Libreria a Trieste
Fonte: getty-images

Il Canzoniere è una raccolta di poesie di Umberto Saba pubblicata per la prima volta nel 1921, ampliata e rivista più volte negli anni successivi. Una nuova edizione si ebbe nel 1945 e poi nel 1948. Il poeta aggiunse alla raccolta anche una guida che aiutasse il lettore nella comprensione dell'opera. Solo nel 1965 si arrivò ad una edizione definitiva, pubblicata da Einaudi in tre volumi.

  • Il temi centrali girano attorno all'infanzia del poeta e al trauma della separazione dalla sua balia che lo aveva accudito fino a 3 anni. La balia - con cui ha avuto un rapporto caldo e affettuoso - nella sua opera viene definita "Madre di gioia" mentre la madre severa e dal carattere oscuro è "Madre mesta". Queste due figure influenzeranno i rapporti di Saba con le donne della sua vita, che tenderà a categorizzare in questo modo. 

  • Lo stile dei componimenti è classicista, Saba si rifà alla metrica dell'Ottocento attraverso l'uso di sonetti, endecassilabi e settenari, rime baciate. Il linguaggio è semplice, le parole sono quelle di uso quotidiano.

Analisi del testo di Autobiografia, la poesia n° 12 della raccolta

Testo del componimento:

Quando nacqui mia madre ne piangeva,
sola, la notte, nel deserto letto.
Per me, per lei che il dolore struggeva,
trafficavano i suoi cari nel ghetto.

Da sé il più vecchio le spese faceva,
per risparmio, e più forse per diletto.
Con due fiorini un cappone metteva
nel suo grande turchino fazzoletto.

Come bella doveva essere allora
la mia città: tutta un mercato aperto!
Di molto verde, uscendo con mia madre

io, come in sogno, mi ricordo ancora.
Ma di malinconia fui tosto esperto;
unico figlio che ha lontano il padre.

Forma metrica, tipo di versi, schema delle rime

La poesia è un sonetto in endecasillabi piani, tranne il v. VII che è un endecasillabo tronco. Le quartine sono a rima incatenata ABAB, mentre le terzine sono a rima CDE CDE. La rima del v. VII viene completata con il v. VIII, unito al precedente mediante un enjambement.

Contenuto della poesia

La poesia racconta l’amore per la moglie Lina, di Trieste, dalla quale ha anche una figlia dagli occhi azzurri. Non era certo il suo primo amore, lo ripete più volte, ma solo per lei tornerebbe indietro per vivere nuovamente. Di lei apprezza soprattutto la sua forza la sua comprensione e il suo amore per ogni cosa.

Parole in rima: individua quelle che hanno una rilevanza particolare ai fini della comprensione del testo

Particolare significato hanno le parole Lina e bambina, ai vv. I e III, che probabilmente stanno ad indicare non solo il rapporto di parentela che intercorre tra madre e figlia, ma anche un secondo significato. L’autore considera la moglie certamente come donna, ma anche come bambina, e in quanto tale da proteggere e da accudire. Altre due sono a mio parere le parole che Saba vuole evidenziare: amore e dolore, ai vv. IX e XII, non a caso contrapposti, per sottolineare il fatto che la loro vita è fatta principalmente da amore, ma anche di dolori che non sono da trascurare.

Lessico: è quotidiano o letterario? Quale lo scopo della scelta del poeta?

Il lessico è propriamente quotidiano, privo di termini culturalmente elevati o complessi. Questa scelta è volta a specificare ancora il rapporto che lega il poeta e la moglie: un amore profondo e sincero, ma non ulteriormente agghindato, poiché i decori servono solo a nascondere la verità.

Parole chiave del testo

Nel primo verso troviamo una parola chiave che ci aiuta a focalizzare da subito l’esperienza che l’autore sta vivendo con la moglie: si tratta della parola nuovamente. Essa sta ad indicare che l’amore che sta vivendo non è il primo, inesperto ed adolescenziale, ma quello vero, maturo, eterno, basato su principi e ideali profondi che lo tengono unito alla persona amata. Al v. IX poi, si ripete ancora questo concetto, con le parole iniziali ogni altro; ciononostante viene subito specificato che si trattava di amore umano, slegato quindi spiritualmente da ogni unione profonda. L’importanza di questo affetto compare in tutti i gruppi di versi, dato il riferimento alla vita (vv. II, XI) e all’anima (v. VIII), che indica il forte coinvolgimento dello scrittore.

La presenza di enjambement

Sono presenti diversi enjambement:

  • Il primo, ai vv. III e IV, inserito apposta per evidenziare l’attenzione che l’autore porta nel descrivere la figlia, che non deve passare come un particolare inosservato.
  • Ai vv. VI e VII, un altro enjambement evidenzia una delle basi sulle quali si fonda il rapporto della coppia: la sincerità.
  • Lo stesso v. VII forma un enjambement unendosi al v. VIII; qui l’enjambement indica la lunghezza quasi interminabile del loro amore che sembra essere fuori dal tempo, eterno.
  • Infine l’enjambement che collega i vv. X e XI, sottolinea ancora una volta la parola vita e il sacrificio che l’autore sarebbe disposto a fare pur di stare con la moglie Lina.

La figura retorica del verso V

Al v. V l’autore inserisce un chiasmo, evidenziando così la bellezza della donna in parallelo alla bellezza della città da cui proviene.

L'immagine che il poeta vuole dare di se' alla moglie

Il poeta apprezza molto la moglie, alla quale è legato da un affetto profondo e spirituale. L’immagine che lascia trasparire dalla poesia è quella di una unione felice e piacevole, ma non per questo priva di dolori e difficoltà. Tuttavia l’amore dà al poeta la forza di andare avanti e superare i contrasti.

Ascolta su Spreaker.
Un consiglio in più