Scrittura egizia

Appunti sulla scrittura egizia (9 pagine formato doc)

Appunto di giovy713
Nella scrittura egiziana le parole erano considerate divine e i simboli avevano un grosso carico di magia.
I simboli sono arte, esprimono una lingua, servono per la comunicazione. 

La tomba di Nefertari è una delle meglio conservate. Sono raffigurate divinità tra cui Thot, dio della scrittura e della sapienza con testa di ibis. Vicino c’è la tavoletta dello scriba, formata da una tavolozza con pennella e inchiostro, fatto da un carboncino schiacciato.
Si intingeva il pennello nell’acqua e poi nel carboncino schiacciato. La regina aveva bisogno di Thot per andare nell’oltretomba, perché lui teneva conto del tempo. 
“Geroglifico” deriva dal greco á¼±ερογλυφικά = parole sacre scolpite, cioè da á¼±ερος = sacro + γλυφικά = ciò che è scritto. 
Si credeva che avere la padronanza dei geroglifici significasse avere la padronanza della magia, quindi non era permesso a tutti usare i geroglifici.
 
 
I geroglifici furono interpretati per la prima volta da Jean François Champollion nel 1822 grazie alla stele di Rosetta, trovata nel 1799 nella città di Rosetta in un canale. È una lastra di granito alta circa 1,20 m. Oggi si trova al British Museum di Londra. Nella parte inferiore è scritta in greco, in quella centrale in demotico (scrittura usata sempre dagli egiziani) e in quella superiore in geroglifico. Parla di una legge emanata da un re per un tempio.
Jean François Champollion conosceva bene molte lingue antiche. Notò che c’erano alcune parole circondate (il circolino venne chiamato cartiglio). Pensò che fossero nomi di re e faraoni. Si accorse che c’erano due geroglifici ricorrenti all’interno dei nomi.I geroglifici monolitteri rappresentavano un solo segno fonetico. Non si scrivevano le vocali, poiché cambiavano da dialetto a dialetto.
I geroglifici monolitteri non venivano usati come alfabeto ma combinati in geroglifici bilitteri e trilitteri. 
 
 
I determinativi o ideogrammi a fine parola indicavano a cosa si riferiva il nome (persona, re, dio, tempio, animale, volatile, barca, ecc.) cioè delimitavano l’ambito dell’argomento ed esprimevano sia un suono che un argomento.