Il Simbolismo e Baudelaire: riassunto

Caratteristiche e poetica del simbolismo e Charles Baudelaire (4 pagine formato doc)

Appunto di vdavid

SIMBOLISMO E BAUDELAIRE: RIASSUNTO

Il Simbolismo.

Nel 1866 esce per la prima volta in Francia la rivista “Le Decadent”, strumento di diffusione di questa nuova visione della vita e dell’arte. Nello stesso anno, a Parigi esce la rivista “Le Simboliste”, e questo ci fa capire come Simbolismo e Decadentismo siano due correnti contemporanee. In questa rivista veniva messa in luce la differenza ed il distacco dei simbolisti rispetto agli estetismo, proponendo una poetica basata sul simbolo.
Per i simbolisti, il “simbolo” è la dimensione invisibile, segreta, nascosta, degli oggetti visibili e reali: esso è un’altra dimensione del mondo, che la ragione non può cogliere.
L’anticipatore del Simbolismo è Baudelaire: la sua poesia più famosa, il manifesto del simbolismo, è “Corrispondente”, per cui dietro ogni cosa ci sono collegamenti che ci dicono che la cosa non è solo quella, ma anche altro. La  poesia, a questo punto, diventa illuminazione e rivelazione di questa dimensione nascosta. Il poeta è colui che ha la capacità di trovare queste corrispondenze nascosta in quella dimensione che solo egli può varcare: la poesia diventa il mezzo privilegiato, alogico, per conoscere il mistero, conoscibile solo dal poeta. La poesia diventa la forma di conoscenza più alta, ancora più della scienza, che si ferma solo all’empirico e visibile.

Simbolismo, Decadentismo ed Estetismo: riassunto

SIMBOLISMO AUTORI

Lo strumento privilegiato diventa, dunque, l’analogia, accostamento fra oggetti e termini che non hanno nessun legame logico percepibile, accostamento alogico, che non ha motivo di esistere: attraverso questo mezzo, d’altra parte, vengono scorti tutti i collegamenti che vanno al di là di tutto ciò che è immediatamente percepibile e ragionevole.
Charles Baudelaire. Baudelaire è considerato precursore della poetica simbolista: la sua opera più famosa è “I fiori del male”, opera dal titolo strano, particolare, ossimoro che da una parte evoca qualcosa di positivo, colorato, ma dall’altra anche qualcosa di negativo ed oscuro. Inoltre, il titolo dell’opera di Baudelaire potrebbe anche rievocare il meglio di una determinata cosa, il “fiore” di qualcosa, l’antologia di una qualche cosa: sotto questo aspetto, dunque, il titolo dell’opera potrebbe stare ad indicare una raccolta che raccoglie i migliori testi riguardanti il male che caratterizza la nostra esistenza. I fiori di cui parla Baudelaire, infatti, provengono dal dolore, dalla sofferenza del poeta, dai lati più nascosti della sua anima. L’opera è stata definita da Praga una “bestemmia cesellata nel diamante”.

SIMBOLISMO FRANCESE

Lo stesso Baudelaire era l’uomo dalle molteplici contraddizioni: da una parte scendeva, anche concretamente, nell’abiezione, nelle tenebre, ma dall’altra tendeva verso la luce e la purezza; egli era attirato dal male ma anche dal bene. Egli era esaltatore di Satana, del male, cantore del sesso e delle perversione, ma era anche teso verso il divino. Baudelaire era attratto dalla bellezza, spesso però non coincidente con i canoni estetici: egli riconosce la bellezza anche nella sregolatezza, in ciò che è deforme. Inoltre, si sentiva da una parte vicino ai popoli, ma dall’altra era esaltatore del lusso e dello spreco.