Torquato Tasso: biografia e opere
Biografia e opere di Torquato Tasso: riassunto (6 pagine formato doc)
TORQUATO TASSO: BIOGRAFIA
Rileggere la complicata fisionomia intellettuale di Torquato Tasso significa affrontare un insieme di problemi che riguardano l’intreccio di vita e letteratura di una delle figure più tormentate del Cinquecento italiano. Emerge su tutto il mito della sua vera o presunta malattia mentale, prima descritta come il prodotto di un genio melancholicus, quindi individuata con appellativi scientifici inerenti alla psichiatria: complessi di colpa, manie di persecuzione, schizofrenia.TORQUATO TASSO, MALATTIA
Per certi aspetti la malattia del Tasso veniva spiegata attraverso la teoria platonica del furor poeticus, secondo la quale il poeta, come l’indovino, vive soggiogato da una forza interiore misteriosa che non sa dominare e che lo opprime. Fino a tutto l’Ottocento la ricezione delle opere tassiane e l’interpretazione della sua scrittura sono passati attraverso questo filtro deformante della biografia, come se nella vita del poeta fosse possibile rintracciare il segno patologico dell’infelicità, dell’inquietudine, del dramma interiore.Questa mitografia del personaggio cominciò a delinearsi quando il poeta era nel carcere-ospedale di Sant’Anna (Michel de Montaigne, che gli fece visita nel 1580, ci ha lasciato un breve ma penetrante ritratto negli Essais, libro II, cap.
XII), per poi essere ripresa e amplificata prima dal Manso, già amico del poeta, in una leggendaria e spesso fantasiosa Vita di Torquato Tasso scritta nel 1621, quindi nel corso del XVIII secolo da Goldoni e Goethe, che sull’argomento composero drammi dedicati alla figura del poeta. Verso la fine del secolo l’erudito Pier Antonio Serassi scrisse una Vita di Torquato Tasso (1785) che rappresenta un antecedente della straordinaria rivisitazione operata dal romanticismo in chiave psicologica e esistenziale.Torquato Tasso: biografia
TORQUATO TASSO, POESIE
Il Tasso appariva come lo scrittore nel quale la vita disperata veniva interamente sublimata dalla letteratura, in cui il mestiere di letterato è vissuto nelle sue lacerazioni fino all’esaurimento totale delle proprie forze: la poesia tassiana viene dunque inscritta in questo bisogno di totalità dell’esperienza intellettuale, senza mediazioni, senza compromessi.Resta il fatto che questo scrittore attraversò una fase controversa della storia delle corti italiane del proprio tempo, una stagione che volgeva inevitabilmente al tramonto per molte ragioni (economiche, politiche). Tasso, la sua introversa personalità, il suo bisogno di considerazione e autorevolezza intellettuale, vennero spazzati via dalle ragioni della contingenza e dalla progressiva chiusura dei tradizionali veicoli di trasmissione della cultura. L’inserimento nella vita di corte, anche grazie all’appoggio del padre Bernardo (anch’egli poeta, cortigiano e uomo d’arme al servizio di vari signori), avvenne all’inizio secondo i soliti schemi della collaborazione e della protezione, ma fu lo stesso poeta a provocarne la drastica fine con le sue stravaganze e i propri timori.
TORQUATO TASSO: GERUSALEMME LIBERATA E AMINTA
Dopo avere iniziato gli studi di legge a Padova (interrotti per seguire le lezioni dello Speroni), Tasso cercò una sistemazione presso gli Este a Ferrara (1565); in seguito compì un viaggio in Francia, dove conobbe vari letterati. Tornò quindi a Ferrara, dove venne assunto come scrittore di corte. Mentre procedeva il lavoro alla Liberata, Tasso compose il dramma pastorale Aminta e venne nominato storiografo di corte.