Anton Cechov: "Van'ka"

Analisi del racconto del famoso scrittore russo: fabula/intreccio, punti di vista, piani temporali, spazio, tematiche (2 pagine formato doc)

Appunto di cerva91
In questo brano fabula e intreccio non coincidono per niente, e lo si può capire subito fin dall'inizio.
Infatti il protagonista del racconto, un ragazzino di nove anni, decide di scrivere una lettera al nonno, unico suo parente ancora in vita, che abita lontano da lui.
Mentre la elabora pensa alle persone con cui abitava prima di andare in città a lavorare, e ci descrive le loro abitudini, i loro modi di fare, le loro espressioni tipiche, ripensando ad episodi per lui significativi: "Prima di tagliare l'albero, di solito il nonno fumava la pipa, fiutava a lungo tabacco, e si burlava di Vanjuska, tutto infreddolito... D'un tratto, sbucata da chissà dove, una lepre vola come una freccia sui cumoli di neve...
il nonno non può fare a meno di gridare: -Prendila...Prendila! Ah, diavolo senza coda!- "
Si può quindi dedurre che la narrazione non è fatta in ordine cronologico, in quanto gli avvenimenti che stanno avvenendo nel presente sono frammentati da numerosi ricordi e accenni al passato.

Voci Narranti - Punti di vista
Le voci narranti che compaiono sono in tutto due: quella principale del narratore, esterno, e quella del protagonista, Van'ka.
All'inizio il narratore ci descrive Vanjuska, la sua situazione, quello che ha intenzione di fare e mano a mano che la storia va avanti ci narra tutti gli avvenimenti che il ragazzino ricorda nello scrivere la lettera. Van'ka, invece, fa da voce narrante mentre scrive, un po' come se noi fossimo nella sua testolina e sentissimo direttamente tutti pensieri che stanno per essere messi per iscritto: "Van'ka Zukov, un ragazzetto di nove anni che da tre mesi stava a bottega dal calzolaio Aljachin per imparare il mestiere, la notte di Natale..." "Caro nonnino, Konstantin Makaric, ti scrivo questa lettera. Ti faccio tanto auguri per Natale e ti auguro ogni bene del Signore Iddio. Non ho più né il padre né la mammina, mi sei rimasto solo tu..."
Il punto di vista del racconto è esclusivamente quello di Van'ka, in quanto è solo lui a esprimere le sue emozioni e i suoi pensieri, senza l'intervento del narratore.
È infatti solo il bambino che vede i fatti.