Riassunto su Giovenale e la scelta del genere satirico
Giovenale e le Satire: riassunto di letteratura latina (2 pagine formato doc)
GIOVENALE E LE SATIRE
Giovenale e la scelta del genere satirico: nella prima satira Giovenale giustifica la scelta della forma satirica affermando che la letteratura contemporanea con i suoi intrecci mitologici, appare ridicola e vuota mentre quella satirica, con la sua indignatio verso la realtà quotidiana, è il genere migliore per rappresentare il disgusto del poeta.
Il ricorso all’indignazione, però, colloca la produzione di Giovenale lontano da quella dei suoi predecessori i cui versi erano caratterizzati da una bonaria ironia. Più vicini a Giovenale sono Marziale e Persio. Con il primo condivide la descrizione di personaggi squallidi e grotteschi, al secondo, invece, la tensione narrativa, la protesta astiosa e la convinzione che i propri versi non riusciranno a riscattare l’uomo dalla corruzione... Giovenale, inoltre, rifiuta la tradizione diatribica, che invitava al distacco delle cose materiali e smaschera l’ipocrisia che vede insita in questa posizione. L’indignatio del poeta esprime il risentimento di chi non ha saputo integrarsi con la moralità corrente e sottolinea il capovolgimento dei valori tradizionali. Conseguenza di ciò è il laudatio temporis acti, ossia l’esaltazione del passato che rispettava i valori del mos maiorum.
La satira di Giovenale: riassunto
GIOVENALE RIASSUNTO
LA CONDIZIONE DEI POETI: uno dei temi principali delle satire è la condizione dei poeti. In particolare la settima satira affronta questo argomento dando una descrizione della condizione dei poeti del suo tempo, ridotti al rango di cliens che devono andare sempre alla ricerca di patroni per poter vivere. Anche l’imperatore è un patrono che concede favori a giovani artisti in cambio di adulazioni e riconoscimenti. La critica coinvolge anche gli ambienti frequentati dai poeti, gestite da ricchi avari che non fanno nulla per alleviare le condizioni economiche degli artisti. Tali necessità, tuttavia, distolgono i poeti dalla concentrazione: obbligati a comporre cose volgari per vivere non hanno tempo e forze per comporre opere di alto spessore. Questa è la causa della decadenza delle lettere.
LA BELLEZZA DELLA PROVINCIA: non potendo sperare che si ritorni al passato, Giovenale confida nella realizzazione di un’evasione nello spazio. Fuori da Roma egli ritrova le tracce di una cultura antica, fondata sui valori dell’industria e della parsimonia. All’opposizione temporale tra il nunc e il tuc il poeta sostituisce quella tra l’hic della capitale e l’illic della provincia.
LA BELLEZZA DELLA PROVINCIA: non potendo sperare che si ritorni al passato, Giovenale confida nella realizzazione di un’evasione nello spazio. Fuori da Roma egli ritrova le tracce di una cultura antica, fondata sui valori dell’industria e della parsimonia. All’opposizione temporale tra il nunc e il tuc il poeta sostituisce quella tra l’hic della capitale e l’illic della provincia.
GIOVENALE SATIRA SULLE DONNE
LA DONNA: nella visione negativa di Giovenale viene coinvolta anche la donna. Il poeta critica le donne emancipate con sferzante ironia, le quali pretendono di fare tutti i compiti prettamente maschili. Egli vedeva queste donne come la personificazione della corruzione morale di Roma. La critica del poeta, però, coinvolge anche atteggiamenti tipici del mondo femminili come quelli delle signore che ostentano gioielli e ricchezze e sono disgustosamente e ridicolmente imbellettate.