Tito Livio: riassunto

Riassunto su Tito Livio: vita, opere, storiografia, ideologia e stile (3 pagine formato doc)

Appunto di ellenika90

TITO LIVIO: RIASSUNTO

Tito Livio.

Sulla sua vita abbiamo notizie da Plinio, Quintiliano, Tacito, Svetonio, Seneca; egli, invece, non fornisce cenni autobiografici. Nacque a Padova attorno al 59 a.C., probabilmente da famiglia agiata in quanto poté dedicarsi sempre agli otia senza chiedere protezione ad alcuno.
Padova era nota per la severità dei costumi, le tendenze conservatrici e repubblicane: a Filippi Livio era schierato con la fazione filo-senatoria. Sappiamo che Asinio Pollione, spirito velenoso dell’epoca, gli rimproverò la patavinitas (padovanità), con riferimento ad alcune espressioni linguistiche ed allo spirito conservatore ed un po’ provinciale dello storico.
Giunse a Roma dopo il 30 a.C., quando già aveva deciso di dedicarsi alla narrazione della storia romana dalle origini ai suoi tempi.
Pubblico il I libro tra il 27 ed il 25 a.C., qui Ottaviano è già definito Augusto.
Probabilmente alterò la residenza romana con soggiorni a Padova, dove morì nel 17 d.C.
Livio è il primo storico latino a non aver rivestito cariche pubbliche e quindi a non avere esperienza politico-militare. E’ uno storico puro che nutre una visione della Storia poetica e morale, non politica e propagandistica.

Tito Livio: biografia, Ab Urbe Condita e stile

TITO LIVIO STILE

E’ facile che abbia ricevuto una formazione filosofica e retorica, Seneca parla di molti suoi trattati filosofici, tuttavia non pervenutici.
I rapporti con Augusto sono di amicizia, dice Tacito che Livio era chiamato “pompeiano” dal princeps ma questo non nocque alla loro amicizia. Ci conferma così il carattere indipendente e l’imparzialità dello storico. Ci indica anche l’orientamento repubblicano di Livio, che aveva parlato di Bruto e Cassio come uomini insigni ed eroi, rifiutandosi di definirli “latrones et parricidi” – la fonte è sempre Tacito. Livio si inserisce nell’atmosfera di tolleranza e liberalità verso gli intellettuali che caratterizzo la prima fase del governo di Ottaviano; del resto condivide con Augusto la nostalgia per la vecchia Roma e per gli antiqui mores, e ammira la pax. Per Livio gli esempi di moralità nella Storia ci vengono dagli eroi del passato. Non ci è pervenuta la parte dell’opera liviana che trattava l’epoca augustea, tuttavia sappiamo che quei libri furono pubblicati solo dopo la morte di Augusto, e questa potrebbe essere una prova delle riserve politiche espresse dallo storico.

AB URBE CONDITA RIASSUNTO

Gli Ab Urbe condita libri. E’ questo il nome tradizionale dell’opera: l’intento è quello di redigere la storia di Roma a partire dalle origini. L’autore la definisce una volta “annales”, un’altra “libri”.
Comprendeva 142 libri pubblicati via via che venivano composti a pentadi, decadi o gruppi di quindici. E’ un’opera monumentale per estensione ed impegno. Iniziava con l’arrivo di Enea nel Lazio e giungeva alla morte di Druso in Germania (sconfitta di Teutoburgo) nel 9 a.C.. Secondo alcuni interpreti era intenzione dell’autore arrivare al 9 a.C., secondo altri al 14 d.C. con la morte di Augusto.
Fin da subito i volumina cominciarono a circolare ridotti in compendi o epitomi, e presto alcuni degli originali scomparvero. Ci sono pervenuti integri la prima decade (dalle origini al 293 a.C.), i libri dal XXI al XLV (dalla II guerra punica alla III guerra macedone). Del resto ci sono pervenute le perioche, un riassunto composto tra III e IV secolo d.C. sfruttando epitomi già esistenti: è un riassunto sommario di quasi tutta l’opera liviana.