Carme 31 di Catullo: analisi
Analisi del Carme 31 di Catullo con note lessicali, grammaticali e del significante (2 pagine formato doc)
CARME 31 CATULLO ANALISI
Questo carme può essere intitolato “Il ritorno a casa”, visto che canta la gioia del ritorno a Sirmione, una penisoletta (da paene insularum) sul lago di Garda dove il poeta possedeva una villa.E’ composto con la consueta mescolanza di tono affettivo-colloquiale e di raffinatezza stilistica, con la presenza di termini prettamente colloquiali (cachinnorum, lecto, ocelle).
I verbi iterativi o frequentativi sono dei verbi che si formano dal supino di un verbo base (generalmente della prima declinazione) ; si riconoscono dalla presenza di un suffisso “ito”o “iso”. Indicano il ripetersi frequentemente dell’azione descritta. Si trovano anche nel carmen 8 puella ventitabas.
Carme 31 Catullo: analisi e metrica
SIRMIONE CATULLO ANALISI
Es : da Cano,is,cecini,cantum,-ere cantare si prende il supino (cantum) e diventa
Canto,as,avi,atum,-are cantare, recitare ma anche ripetere e dire continuamente; ma non è finita qui: si prende nuovamente il supino di canto (cantatum) che diventa un nuovo verbo
Cantito,as,avi,atum, -are canticchiare, cantare spesso; meno usato ma è interessante notare la trasformazione da canto agli altri verbi.
Lo stesso avviene per altri verbo come da ludere (giocare) lusito (giocherellare)o per dico(dire) dicto (che è rimasto in italiano nel significato di dettare perché l’azione di dire si ripete) e dictito
I verbi incoativi danno il senso di un’azione o di un evento che comincia ad essere, che inizia ad esistere in italiano si usa ad esempio vado a dormire per dire che si sta per andare a dormire.
Significativo è rubesco (da rubeo) iniziare ad arrossire
CARME 31 CATULLO TRADUZIONE E ANALISI
Nella traduzione in italiano non sempre è necessario rendere un tale valore.
Ipallage: figura retorica che consiste nell’attribuire ad una parola di una frase ciò che si riferisce ad un’altra parola della stessa frase
Lydiae lacus, cioè etrusco: gli Etruschi verso il VI secolo occupavano la pianura padana fino al Garda. Sono detti Lidii perché, secondo una tradizione che risale perlomeno ad Erodoto, sarebbero provenienti dalla Lidia