Cicerone: 18 Traduzioni
Verrine Actio Prima, 1-3 - Verrine Actio Secunda V, 28 - Verrine Actio Secunda, IV 1-2 - Verrine Actio Secunda, V 43-44 - Pro Milone 79-80 - Rispetto per la vecchiaia - La condanna di Socrate ed altre. (10 pg - formato word) (0 pagine formato doc)
Cicerone : Traduzioni Cicerone : Traduzioni Verrine Actio Prima, 1-3 L'occasione più fortemente desiderata, o giudici, la sola veramente adatta a sedare l'antipatia verso la vostra classe e il discredito per l'istituto giudiziario, vi è data in un momento critico per lo Stato, non da consiglio umano, ma quasi dal volere divino.
Da lungo tempo ormai s'è diffusa, non solo tra noi, ma anche fra gli altri popoli, l'opinione, esiziale per la repubblica e per voi rischiosa che, con l'attuale sistema giudiziario, un uomo ricco può, per quanto colpevole, sottrarsi alla giustizia. Ora appunto, in un momento così delicato per la vostra classe e per il potere giudiziario, mentre v'è gente pronta a tentare, con pubblici dibattimenti e proposte di legge, di suscitare quest'odio contro il senato, si presenta dinanzi a voi come imputato Gaio Verre, uomo già condannato dalla pubblica opinione per la sua vita di misfatti, ma che, stando alle sue speranze e affermazioni, è stato, grazie ai suoi ingenti mezzi finanziari, già assolto. Io ho abbracciato questa causa, o giudici, col pieno assenso e la viva aspettazione del popolo romano, non per accrescere l'ostilità verso il vostro ordine, ma per porre un argine al generale discredito. Ho portato dinanzi a voi un uomo, che vi offre la possibilità di ridare alla giustizia la perduta stima, di riconciliarvi col popolo romano, di dare soddisfazione ai popoli stranieri; un uomo che è stato il grassatore del pubblico erario, l'oppressore dell'Asia Minore e della Panfilia, predone della giustizia da lui amministrata come pretore urbano, peste e rovina della provincia siciliana. Se voi lo giudicherete con rigore e secondo coscienza, resterà saldo quel prestigio che è vostro compito preservare; se invece le sue ingenti ricchezze riusciranno a spuntarla sul rispetto della legge e sulla verità, raggiungerò almeno lo scopo di provare che ai giudici non è mancato un accusato, né a questo un accusatore, ma è mancato piuttosto alla repubblica il suo tribunale. Verrine Actio Secunda V, 28 E a questo punto non mi sembra giusto sottacere la nobile e originale attività di questo brillante generale. Sappiate dunque che in Sicilia non c'è nessuna città, fra quelle dove i governatori abitualmente si fermano e tengono le sessioni giudiziarie, nella quale non si scegliesse una donna appartenente a famiglia non certo di infimo rango per darla in pasto alla sua lussuria. Si procedeva così: alcune di esse erano invitate pubblicamente a banchetto; invece quelle più riservate, se c'erano, arrivavano a ore particolari per evitare la luce del giorno e le compagnie numerose. I banchetti inoltre non rispettavano quel silenzio che è conforme alla dignità di un governatore e di un generale del popolo romano e neppure quella decenza che solitamente regna nei conviti dei magistrati; ma si svolgevano nel clamore più assordante e fra gli schiamazzi più scomposti; talora la situazione degenerava in una rissa e si veniva addirittura alle mani. Infatti que