Eneide: analisi dei primi 4 canti
Analisi del testo dei primi quattro canti dell'Eneide di Virgilio, con riassunto (3 pagine formato doc)
ENEIDE ANALISI
L'Eneide, scritta da Virgilio, narra le avventure di Enea, eroe troiano figlio di Anchise e Venere1, noto come il precursore della stirpe romana e, quindi, dell'Impero romano. Secondo la storia, egli fuggì da Troia durante la sua distruzione ad opera dei greci, portando con se la moglie Creusa, che però scomparve improvvisamente nel viaggio, il figlio Iulo, e il padre Anchise, che, paralizzato alle gambe per volere di Giove, dovette essere portato in spalle dal figlio.
Dopo lunghe peregrinazioni, gettato dalle tempeste, scatenate per volere di Giunone2, a Cartagine, dimenticò per un breve periodo, nell'amore di Didone, il compito affidatogli dagli dei di trovare una nuova sede per la stirpe troiana. Richiamato ai suoi doveri da Giove, che mandò Mercurio ad incitarlo, Enea riprese il viaggio e, dopo altre peripezie (tra cui la discesa nell'Inferno in cui avviene il reincontro col padre, morto precedentemente in Sicilia) giunse alle foci del Tevere. Accolto benevolmente dal re Latino che gli promise in sposa la figlia Lavinia, dovette prima combattere contro Turno, re dei Rutili, che gli mosse aspra guerra. Il figlio di Enea e di Lavinia, Silvio, fu, in seguito il fondatore della città di Albalonga.Eneide: riassunto
PROEMIO ENEIDE ANALISI
Nelle vicende narrate, suddivise in dodici libri di versi esametri, possiamo notare una chiara ispirazione omerica: nella prima parte (libri 1-6) narrante il viaggio di Enea, più prossima all'Odissea, nella seconda (libri 7-12), che ha per oggetto la guerra dell'eroe con Turno, all'Illiade4. La storia del figlio di Venere, infatti, si svolge in seguito alle vicende narrate nell'Iliade, a cui pone una conclusione raccontando la definitiva presa della città, e s'intreccia con quelle narrate nell'Odissea. Possiamo per questo notare che, non solo Enea ripercorre alcune delle tappe toccate dallo stesso Ulisse, ma ha perfino un "contatto", individuabile nel ritrovamento, nell'isola dei Ciclopi, di un compagno dell'eroe greco che non era riuscito a fuggire ed era stato abbandonato in quel luogo. Il gran numero di reminescenze omeriche, adattate dall'autore in modo da servire ai suoi nuovi fini poetici, danno un'idea di come egli si ritenesse, probabilmente, successore ed erede del poeta greco.
Analisi del sesto libro dell'Eneide di Virgilio
ENEIDE ANALISI DEL TESTO
Altra fonte di ispirazione per Virgilio, che dà all'opera un clima sentimentale assente in Omero, si trova nelle vicende di Medea, narrate nelle Argonautiche5, di Apollonio Rodio, da cui è ripreso l'episodio di Enea e Didone. Nel poema si ricorre anche all'inserimento di miti con varianti meno note e all'allusività non solo di poeti epici precedenti, ma anche di poeti più vicini nel tempo come Lucrezio o Catullo.
Potremmo, in conclusione, considerare l'Eneide come una fusione di tutta l'esperienza poetica precedente, portando come indicazione di ciò l'innovazione che il poeta romano apporta nel genere epico, proprio attraverso l'inserimento, ad esempio, di forme drammatiche e liriche.
Virgilio scelse di creare un poema epico, anziché storico, in modo da poter spostare l'ottica dalle vicende contemporanee ai tempi remoti, facendo sì che la storia potesse essere proiettata sui tempi futuri, per darle la forza suggestiva di una profezia. Al mito viene, in questo modo, affidato il compito di esaltare l'ideologia del "ritorno alle origini" e di celebrare la dinastia di Augusto, attraverso quella del fondatore della stirpe, Enea. Inoltre, l'analisi di questo personaggio ci permette di individuare un'importante messaggio dell'opera, probabilmente legato al particolare periodo a cui essa risale: La Pax Romana.
Riassunto e struttura dell'Eneide di Virgilio
ENEIDE ANALISI PERSONAGGI
L'eroe, in effetti, appare come un personaggio che, incarnando in sé ideali come la "pietà", il coraggio, la giustizia e la clemenza, mira alla pace e alla salvezza, ma è costretto a combattere e a seguire il suo destino che ha, per così dire, la "precedenza", e diviene un passaggio indispensabile per raggiungere quell'obiettivo: Pace e salvezza possono essere conquistate solo attraverso la lotta, con una dedizione totale al compito che la sorte ha assegnato ad ognuno. Questo messaggio ci appare facilmente quasi come una giustificazione che l'autore, in quanto romano, vuole dare all'Impero (e ad Augusto), alle guerre che esso ha scatenato e al suo dominio, facendo apparire tutto questo come necessario per il raggiungimento della "Pax", ma soprattutto, come voluto da una forza superiore a quella umana, e perfino a quella degli dei: il Fato.