Giovenale e l'indignatio
Vita e satira di Giovenale (2 pagine formato doc)
Giovenale fu uno scrittore di satire.
Le satire scritte da Giovenale sono 16, raccolte in 5 libri.
Al contrario di Orazio, ed anche di Persio, Giovenale non ritiene di poter rimediare alla corruzione ed ai mali del tempo con la sua poesia; la sua sarà solo una satira di denuncia.
La sua è una satira molto violenta, usa molto l'invettiva, e attaccherà tutta la realtà in cui vive poiché vede corruzione dappertutto.
È facile leggere in chiave di democratismo le istanze sociali di Giovenale, ma si tratta di un errore di prospettiva: egli infatti si oppone, sì, alle ingiustizie sociali, ma non è certo dalla parte dei più deboli. Il risultato di queste riflessioni è la satira "contro tutti": gli omosessuali, i liberti, gli aristocratici, gli orientali, i letterati, l'intera società che lo circonda. Bersaglio privilegiato della sua satira sono le donne, che nella società a lui contemporanea erano emancipate e libere e che ispirano la lunga satira IV dove capeggia la grandezza di Messalina, la prostituta imperiale.
La sua sarà una satira di tipo indignato, infatti di fronte all'inarrestabile dilagare del vizio sarà l'indignazione la musa del poeta come lui stesso afferma scrivendo: si natura negat, facit indignatio versum, ovvero: se anche la natura lo negasse è lo sdegno che produce il verso. Per questo la satira sarà il genere obbligato essendo il genere più adatto ad esprimere il suo disgusto. Giovenale spiegherà le ragioni della sua poetica e la centralità che in essa occupa l'indignatio, nella satira I.Le satire scritte da Giovenale sono 16, raccolte in 5 libri.
Al contrario di Orazio, ed anche di Persio, Giovenale non ritiene di poter rimediare alla corruzione ed ai mali del tempo con la sua poesia; la sua sarà solo una satira di denuncia.
La sua è una satira molto violenta, usa molto l'invettiva, e attaccherà tutta la realtà in cui vive poiché vede corruzione dappertutto.
È facile leggere in chiave di democratismo le istanze sociali di Giovenale, ma si tratta di un errore di prospettiva: egli infatti si oppone, sì, alle ingiustizie sociali, ma non è certo dalla parte dei più deboli. Il risultato di queste riflessioni è la satira "contro tutti": gli omosessuali, i liberti, gli aristocratici, gli orientali, i letterati, l'intera società che lo circonda. Bersaglio privilegiato della sua satira sono le donne, che nella società a lui contemporanea erano emancipate e libere e che ispirano la lunga satira IV dove capeggia la grandezza di Messalina, la prostituta imperiale.