Mercurio e Sosia - Plauto

Prima scena del primo atto dell'Amphitruo di Plauto, con Mercurio e Sosia. Sosia si la mamenta delle tristi condizioni di servo, e si accinge ad entrare in casa per narrare ad Alcmena le prodezze del marito. Mercurio, anch'egli sulla scena, all'insaputa d (0 pagine formato txt)

Appunto di epris
Mercurio.
(a parte). Eh, eh, si sta avviando. Ora gli vado incontro. Per tutto quest'oggi io a quello lì un piede in casa non glielo faccio mettere. Ho deciso: dato che porto la sua figura, lo voglio beffare un pochetto. Del resto, come mi son preso il suo ceffo e la sua condizione di schiavo, così, vivaddio, debbo pure assomigliargli nelle azioni e nel carattere. Perciò debbo essere un farabutto, un furbaccio, un trappolone. Debbo scacciano di casa con le sue stesse armi, con la malizia. Ma che gli prende ora Si è messo ad osservare il cielo. Mi piacerebbe vedere di che si tratta. Sosia.
Perbacco! E proprio così, non c'è dubbio! Il dio Notturno stasera dev'essere andato a letto un po brillo. Ché, le Orse lassù non si muovono punto e la luna è rimasta là, tale e quale com'era quando spuntò; e Orione, Vespro, le Pleiadi non accennano a tramontare. Tutte là ferme le stelle, e la notte non fa posto al giorno! Mercurio. (a parte). Continua pure come hai fatto, o Notte. Asseconda mio padre. Tu fai ottimamente un ottimo servizio all'Ottimo: è un investimento sicuro il tuo. Sosia. Non ricordo d'aver visto mai una notte più lunga di questa, salvo quella volta che mi frustarono e mi tennero appeso per una eternità. Ma questa, perdiana, è molto più lunga anche di quella. Perbacco, mi sa che il sole si sia addormentato, dev'essersi anche lui sborniato di buono! Certo il fatto è strano. O che abbia un pochino scarnovalato a cena iersera Mercurio. (a parte). Ah, sì, pezzo di mascalzone ma che ti credi che gli dèi siano tuoi pari Te le farò pagare io codeste parole, codeste bestemmie, arnese da forca che non sei altro. Vieni, vieni avanti, e vedrai come le bus chi. Sosia. Ma dove sono andati a finire quei puttanieri che non vorrebbero mai dormire da soli Questa è una notte fatta apposta per loro. Ci sarebbe tempo di fare le grandi manovre con una bagascia di quelle che si pagan salate.. Mercurio. (a parte). A sentir costui mio padre fa bene e non è uno stupido a starsene a letto scialandosela nelle braccia di Alcmena. Sosia. Ora vado a dire ad Alcmena quello che mi ha ordinato il padrone. (scorgendo Mercurio) Ma chi è quest'uomo A quest'ora, nottetempo, dinanzi la casa! Non mi piace! Mercurio. (a parte). Non ho mai visto un'animella come costui. Sosia. Mi sorge un dubbio: che quell'uomo sia intenzionato a ripassarmi le spalle. Mercurio. (a parte). L'uomo ha paura. Mi ci voglio divertire un po'. Sosia. Ahimè, come mi battono i denti. Costui mi farà certo un ricevimento a suon di pugni. Oh, non c'è dubbio: dev'essere una creatura sensibile: giusto che oggi il padrone m'ha tenuto sveglio, a farmi dormire ci penserà lui stendendomi a colpi di pugni. Basta, son fritto! Santo cielo, che pezzo d'uomo, che razza di muscoli! Mercurio. (a parte). Ora gli parlo forte. Voglio che mi senta, così gli crescerà la tremarella. (a voce alta) Sveglia, o pugni miei: è un pezzo che non fornite le grasce al mio ventre. Mi pare che siano passati cent'anni da ieri, quando quattro ne