Le origini delle favola
I caratteri della favola in Grecia con Esopo e poi a Roma (2 pagine formato txt)
Le origini delle favola - Ma la vera e propria invenzione della favola è attribuita a Esopo, la cui figura leggendaria si desume da una biografia romanzata e rimaneggiata.
Con il suo nome ci è giunta una raccolta di circa 400 favole, nella quale si scorgono bene i tratti del genere (personaggi fissi, personificazioni
di concetti astratti, animali antropomorfici, insegnamento morale, ecc..) destinati a permanere nella ripresa fatta da fedro.
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La prima favola della letteratura greca, per la quale non sono da escludere precedenti orientali è quello dello sparviero e dell’usignolo in latino la favola fu coltivata assai più che in greco. Secondo Gellio, gia Ennio aveva tradotto la gustosa favola esopica De aviculae nidulo;
la cui morale è che bisogna contare solo su se stessi e non fidarsi dell’aiuto di amici e parenti. Oltre che in Lucilio si trovano favole anche in Orazio:
la rana e il bue, il cavallo e il cervo, la volpe e il corvo. E a Orazio compete un posto assolutamente unico nella storia del genere per aver trasformato
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la favole da apologo astratto in un manifesto della propria condizione personale. Senza parlare della celeberrima, ampia favola del topo di città e del topo di campagna, che si avvantaggia sulla favola esopica nella straordinaria cura dei dettagli descrittivi e nella sottile ironia. Attraverso la favola Orazio invia a Mecenate una chiara professione di indipendenza, mentre dichiara di preferire la tranquillità della campagna alla regalità di Roma.