La satira nella letteratura latina e italiana: riassunto

La satira nella letteratura latina (Orazio, Persio e Giovenale) e nella letteratura italiana (Ariosto e Parini) (1 pagine formato doc)

Appunto di kremogi

SATIRA NELLA LETTERATURA LATINA

Satira.

Genere Letterario di origine latina. Metro: esametro. LUCILIO: iniziatore del genere satirico, carattere soggettivo e autobiografico; uso del ridicolo come arma di aggressivo moralismo. Temi: aspetti più comuni e quotidiani della vita (eros, sesso). Grande realismo, episodi presi dalla vita quotidiana [:mores]. Impegno morale: censore che bolla i censori e i corrotti per nome. Caratteristiche: aggressività nel colpire i viziosi, la satira deve intrattenere piacevolmente il lettore.
Lingua e Stile: usa la parodia, la battuta, il doppio senso, i giochi di parole. Stile non elevato, ricco di grecismi. Livello linguistico adattato al sermo. Pubblico: ben definito e scelto, né troppo ignorante, né troppo colto.  Rifiuto del fantastico e dell’inverosimile.
ORAZIO: cerca di nobilitare la satira ricollegandola alla commedia greca; consuetudine di attaccare direttamente e personalmente gli avversari. Spirito Oraziano: capacità di trattare temi moralmente impegnativi in modo arguto e divertente. Satira: sermo, episodi di vita quotidiana, in un linguaggio colloquiale. Terorizza il genere satirico, attacca i vizi (non tanto i viziosi). Stile: Labor Limae, brevitas, elaborata disposizione delle parole nella frase. Pubblico: ristretto a pochi intimi.
PERSIO: poesia effemminata e bassamente edonistica; arte priva di consistenza morale. Critica l’elevatezza formale priva di contenuti. Si adegua al livello stilistico del sermo. Persio si propone sempre un fine didascalico ed etico, intende correggere e guarire i vizi dei suoi interlocutori. Forte impegno morale: vuole smascherare azioni e comportamenti falsi e corrotti, coprendoli di ridicoli e provocando disgusto e ripugnanza. Vuole insomma portare il marcio allo scoperto. Lingua e Stile: sermo quotidiano, ricorso a metafore ardite, adesione al parlare comune, capacità di manipolare la lingua; uso proprio e traslato del linguaggio.
GIOVENALE: svalutazione della mitologia. Bersaglio della polemica: una letteratura di maniera, incapace di adeguarsi alla realtà; tematica delle satire: tutto ciò che gli uomini fanno, i desideri, le ire, il piacere, la gioia, il loro agitarsi, costituisce il contenuto del suo libretto. Vuole attaccare i vizi umani ma non si propone di educare e correggere. Evita di attaccare personalmente i suoi contemporanei. Confronta la società romana a lui contemporanea con il mos maiorum [:costumi degli antichi].  Produzione: variabile, perché in un secondo momento vorrebbe anche proporre modelli di comportamento corretti e positivi. Lingua e Stile: non il sermo ma una lingua + elevata, linguaggio composito. Compresenza di diversi registri. G. può cogliere il benessere della realtà e insieme trascriverla in termini di mostruosa grandezza, fornendo così uno strumento appropriato alla visione cupa ed esasperata che l’autore vuole trasmetterci.

La satira latina: riassunto

SATIRA NELLA LETTERATURA ITALIANA

ARIOSTO e la SATIRA: (1517-1525) la scrittura satirica implica l’introiezione delle figure e del punto di vista degli interlocutori, nonché la difesa delle proprie scelte e si apre perciò a consistenti contaminazioni linguistiche. Attraverso le satire riesce a fondere a una concezione aperta e problematica della letteratura l’affermazione di un bisogno di concretezza capace di accogliere gli elementi autobiografici senza inserirli nella sublimazione dei modelli lirici. Le sue satire traggono ispirazione Da eventi autobiografici e rispondono per lo più a un bisogno di difendersi e di affermare il proprio punto di vista. E’ esclusa ogni idealizzazione letteraria; e queste sono rivolte a personaggi reali creando così una struttura dialogica. Utilizza la terzina dantesca oltre che il suo plurilinguismo. Il ricorso a queste tecniche serve a dare spazio ad una colloquialità diretta che non esclude momenti stilisticamente trascurati. Il tono confidenziale ben si addice alla tematica autobiografica non idealizzata incanalando un desiderio di comunicazione autentica.