Seneca: Lettere a Lucilio - libro14

Traduzione integrale dal latino delle lettere a Lucilio (Libro XIV) di Seneca. (24 pagine , formato word) (0 pagine formato doc)

Appunto di raffio18
LIBRO QUATTORDICESIMO LIBRO QUATTORDICESIMO     89 1 Tu desideri una cosa utile e necessaria per chi è ansioso di raggiungere la saggezza, cioè dividere la filosofia, e il suo corpo smisurato distinguerlo in membra: alla conoscenza del tutto è più facile arrivarvi attraverso le singole parti.
Come si presenta ai nostri occhi l'aspetto generale dell'universo, magari potesse dispiegarsi così davanti a noi l'intera filosofia in uno spettacolo assai vicino a quello dell'universo! Certo strapperebbe ai mortali tutti l'ammirazione, lasceremmo da parte ciò che ora riteniamo grande per ignoranza di ciò che è veramente grande. Ma poiché questo è impossibile, dobbiamo volgere lo sguardo sulla filosofia nello stesso modo in cui si scrutano i segreti dell'universo.
2 L'animo del saggio ne abbraccia l'intera mole e la percorre non meno velocemente di quanto i nostri occhi percorrano il cielo; ma a noi che dobbiamo squarciare la nebbia e abbiamo una vista limitata alla realtà vicina, si mostrano più facilmente i singoli elementi perché siamo ancora incapaci di una visione globale. Ti accontenterò dunque, in quello che chiedi e dividerò la filosofia in parti, ma non in frammenti. È utile dividerla, non sminuzzarla: le cose molto piccole è difficile capirle quanto quelle molto grandi. 3 Il popolo è distinto in tribù, l'esercito in centurie; quando una cosa assume dimensioni ragguardevoli, si riconosce più facilmente se viene distinta in parti, ma, come ho già detto, non devono essere innumerevoli e troppo piccole. La mancanza di divisione e l'eccessivo frazionamento hanno lo stesso difetto: tutto quello che è ridotto in briciole è simile ad un ammasso confuso. 4 Comincerò, pertanto, se sei d'accordo, con lo spiegarti la differenza tra saggezza e filosofia. La saggezza è il bene supremo della mente umana; la filosofia è amore e desiderio per la saggezza: tende là dove la saggezza è arrivata. È chiaro perché si chiama filosofia; il suo stesso nome dichiara che cosa ama. 5 Qualcuno ha definito la saggezza la scienza del divino e dell'umano; per altri la saggezza è conoscenza del divino, dell'umano e delle loro cause. Questa mi sembra un'aggiunta superflua: le cause del divino e dell'umano rientrano nel divino. Anche per la filosofia si sono trovate decine e decine di definizioni; è stata chiamata da alcuni ricerca della virtù, da altri ricerca di ben indirizzare la mente, e anche desiderio di una ragione retta. 6 Per quasi unanime consenso si indica una differenza tra filosofia e saggezza: l'oggetto e il soggetto di una aspirazione non possono identificarsi. Come tra avarizia e denaro c'è una profonda differenza, perché l'avarizia agogna e il denaro è agognato, lo stesso succede tra filosofia e saggezza: la seconda è conseguenza e compenso della prima; quella viene, all'altra si va. 7 I Greci dànno alla saggezza il nome di $óïö?¡$. È un termine che un tempo adoperavano anche i romani, così come ora usano filosofia; la testimonianza la trovi nelle antiche commedie